Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, chiama a raccolta la città per un dibattito aperto sulle sulla facoltà di Medicina e sull’azienda unica Dulbecco che interessano da vicino il futuro della sanità.

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L’invito è per mercoledì 11 gennaio, alle ore 17, nella sala concerti di Palazzo de Nobili per quello che si preannuncia un momento di riflessione condivisa sulle iniziative da assumere per salvaguardare funzioni e competenze che ruotano attorno al capoluogo. «Sarà un incontro propedeutico utile ad individuare una comune visione di intenti, anche dal punto di vista tecnico, in prossimità del Consiglio comunale ad hoc convocato per giorno 16 gennaio a cui sono stati invitati a partecipare consiglieri regionali e parlamentari rappresentativi del territorio» afferma il primo cittadino in una nota.

«Sul tema del sistema universitario calabrese - continua - abbiamo sempre sostenuto la necessità che venga garantito l’equilibrio complessivo attraverso la valorizzazione delle specificità presenti in ciascun ateneo e, di conseguenza, il livello qualitativo dell’offerta formativa e la sua attrattività. La nostra richiesta di un maggiore e più sereno approfondimento sull’opportunità di istituire, presso l’Unical, una seconda facoltà di Medicina è stata però del tutto elusa.

«Catanzaro non può restare con le mani in mano»

Come, allo stesso modo, l’adozione dell’atto ultimo che avrebbe portato alla nascita dell’azienda unica Dulbecco ha subito un formale blocco. Catanzaro non può restare con le mani in mano, è indispensabile intraprendere ogni e necessaria azione, anche giudiziaria, utile e in tutte le sedi opportune, per difendere il ruolo che la città ha esercitato sinora all’interno del sistema universitario calabrese».

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«Mi auguro che si possa aprire una riflessione partecipata su questi argomenti – conclude il sindaco - e quella del dibattito di giorno 11 gennaio rappresenta l’occasione per ampliare il novero degli attori coinvolti, affinché possa essere recepita e veicolata anche la voce del mondo sindacale, delle categorie, degli ordini professionali, delle associazioni. Ribadisco con forza che su questi temi non intendiamo soccombere a una visione di corto respiro che rischia di essere pregiudizievole degli interessi di larga parte della regione».