«Ci siamo semplicemente limitati ad applicare la legge». Così il covid manager dell'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Federico Bonacci, commenta la sanzione irrogata nei confronti di un medico veterinario sospeso dal servizio per aver rifiutato la vaccinazione anticovid.

Doppia responsabilità

All'indomani dell'applicazione del decreto legge 44/2021 spiega: «Siamo un'azienda commissariata e la commissione prefettizia ha come imperativo categorico il rispetto della legalità ma in qualità di azienda sanitaria si ha un duplice profilo di responsabilità: nei confronti delle persone che accedono alle nostre strutture e potrebbero contrarre il virus da operatori sanitari non vaccinati e per gli operatori sanitari stessi che non si sono sottoposti a vaccinazione, che potrebbero contrarre il covid e poi chiamare a responsabilità l'azienda per l'omessa vigilanza».

Procedimenti in corso

Insomma, non si fanno sconti e il medico veterinario è certamente il primo ma non resterà neppure l'unico: «È il procedimento che si è concluso per primo - aggiunge il covid manager - perchè il professionista non ha inteso fornire alcuna giustificazione. Altri hanno prodotto certificazioni mediche, in molti casi che non giustificavano il mancato assolvimento dell'obbligo vaccinale. In ragione di ciò abbiamo invitato le persone a vaccinarsi. Alcuni lo hanno fatto, altri no e per questi è in corso lo stesso procedimento».

Evitare contatto con il pubblico

Nei prossimi giorni potrebbero, quindi, ingrossarsi le fila dei medici sospesi dal servizio: «Nel caso del professionista in questione è stata accertata l'impossibilità da parte del dirigente dell'unità operativa di spostarlo in mansioni che non comportino il contatto con il pubblico. L'incarico comporta contatto diretto non solo con animali ma con persone che si trovano negli stabilimenti zootecnici oltre che ovviamente con gli altri operatori sanitari».

Lotta agli imboscati

«E del resto questo approccio potrebbe diventare strumentale - prosegue il covid manager - non è questo il caso ma il messaggio che potrebbe esser sotteso e che se non si vuol prestare servizio in una posizione che aggrada non ci si vaccina e si viene spostati dietro una scrivania. Se lo si facesse su larga scala si capisce bene che i servizi sanitari ne risentirebbero. Tuttavia, noi abbiamo cercato con tutti gli operatori che ancora non si sono vaccinati una interlocuzione per tentare di convincerli prima di adottare misure più severe».

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