«È una triste tradizione degli ospedali più periferici: nel momento in cui si bandiscono i concorsi, i neo specializzati affollano i bandi, partecipano, vincono e poi naturalmente tendono a ritornare nelle proprie sedi di origine». Commenta così, il presidente dell’Ordine dei medici di Crotone, Enrico Ciliberto, la carenza di personale medico nell’ospedale di Crotone, segnalato nei giorni scorsi dalla Cisl ed evidenziato, in precedenza, anche da diverse associazioni.

Ecco come far restare i medici nel territorio

Sentito a margine della presentazione del libro “Memorie e speranze di un medico”, del collega Emilio De Masi, Cilberto ci spiega che il problema andrebbe risolto alla fonte, rivendicando, ad esempio, «una maggiore offerta specialistica dell’Università di Catanzaro, dove più facilmente possono afferire specializzandi e specialisti del nostro territorio, che poi, ancor più facilmente, possano proseguire la loro carriera nella propria terra d’origine».

Il presidente dell’Ordine dei medici di Crotone ammette che «c’è anche il fatto che una struttura debba essere appetibile per far sì che i vincitori di concorso rimangano più facilmente in questi ospedali più periferici», nei quali rientrerebbe il San Giovanni di Dio. Per rendere attrattiva una struttura ospedaliera c’è, però, bisogno di investimenti: «Speriamo che questa nuova compagine politica possa riqualificare da tutti i punti di vista – strutturale, del comfort alberghiero, dotazioni tecnologiche e di organico – le nostre strutture per renderle proprio più appetibili per i nostri giovani».

Ripianare i debiti, ma pensare anche a investimenti per ripartire

Le criticità dell’ospedale pitagorico vanno, comunque, inquadrate anche nel più ampio scenario sanitario calabrese. «La Calabria – prosegue Ciliberto - è vittima di un estenuante commissariamento, che non ha fatto che accumulare il deficit, senza risolvere le criticità e le problematiche in essere, basandosi su un piano di rientro centrato esclusivamente sul ripianamento dei debiti, che era anche giusto. Ma credo che – e come Ordine l’abbiamo detto in lungo e in largo – non si può risanare la sanità pensando solo ai debiti senza associare un piano di investimenti per il rilancio delle strutture, il rilancio organizzativo e la promozione di tutti quegli strumenti necessari a farla funzionare, la sanità».

In tutti questi anni, «a soffrirne sono stati certamente gli utenti, ma – evidenzia - anche noi operatori sanitari che abbiamo dovuto continuare a fare il nostro dovere tra tante difficoltà».

Ciliberto ricorda, poi, che di recente, prima che il presidente della Regione rivendicasse la funzione di commissario alla sanità, era stato chiesto «lo stralcio dei debiti, per ripartire nella dimensione di cui parlavo prima, ma la richiesta è stata negata dal Governo perché hanno detto che avrebbe costituito un precedente. Quindi, in occasione della visita del sottosegretario Costa a Crotone, ho chiesto se non gli sembrasse che il surplus di debito, che è di gran lunga superiore rispetto al debito della fase iniziale del commissariamento, andasse assunto dal ministero di Economia e Finanze, visto che a gestire questa lunga fase di 12 anni sono stati proprio i commissari del ministero». Una provocazione, ammette Ciliberto, che il rappresente del Governo «ha accolto sul piano del dialogo e del confronto, ma di fatto, il risultato questo è stato».