Ricorrere all'ingaggio di medici provenienti da un paese estero per tamponare l'emergenza è la strada intrapresa dalla Calabria fin dallo scorso mese di agosto. Oggi quel progetto annunciato nei mesi estivi dal presidente della Regione Roberto Occhiuto anche nella sua qualità di Commissario ad Acta della sanità, prende forma e concretezza con l'arrivo di un contingente di 51 camici bianchi destinato ai presidi ospedalieri della provincia reggina dove sussistono difficoltà di reclutamento di personale per le condizioni di disagio in cui all'interno di queste strutture ci si trova a lavorare.

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Calabria apripista

In questo ambito la Calabria funge da apripista: altri governatori stanno valutando l'adozione di questo metodo alla luce delle carenze di professionisti cui rivolgersi per risolvere il problema della coperta corta, soprattutto nelle corsie dell'emergenza urgenza, in attesa anche con interventi ministeriali, di poter adottare interventi strutturali. «Garantire la continuità dei servizi di assistenza ha richiesto l'assunzione di decisioni nell'immediato» ha commentato il direttore generale del Dipartimento Salute Iole Fantozzi presente alla cerimonia di accoglienza del contingente di medici all'Università della Calabria dove i professionisti hanno cominciato il corso intensivo di lingua italiana.

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Dedalo di procedure burocratiche

«Sul piano burocratico non sono mancati gli ostacoli - ha sottolineato la dirigente - Si è reso necessario dialogare con sei differenti ministeri e poi trovare le giuste interlocuzioni con Cuba, uno stato extraeuropeo con posizioni culturali non allineate alle nostre. Ora che la strada è spianata per i prossimi contingenti in arrivo auspichiamo meno difficoltà. Certamente abbiamo inaugurato una best practice, un modello sperimentato per la prima volta che potrà essere assunto come esempio da altre realtà, essendo la nostra la prima istituzione europea protagonista di questa particolare cooperazione sottoscritta nel solco dello spirito umanitario e della collaborazione tra popoli».