Il difensore dell’attivista curdo-iraniana assolta dal tribunale di Crotone dove è stata imputata con l’accusa di essere una scafista: «Un collegio rigoroso alla fine ha accertato la completa estraneità della giovane ai fatti contestati»
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L'avvocato Giancarlo Liberati ha difeso Maysoon Majidi, l’attivista curdo - iraniana dal tribunale di Crotone assolta con formula piena dall’accusa di essere stata la scafista in occasione della traversata che dalla Turchia ha portato lei e in fratello Razhan in Calabria nel dicembre 2023. Maysoon, adesso da un tribunale proclamata innocente come si era sempre professata, era stata rilasciata lo scorso ottobre dopo oltre dieci mesi di detenzione tra il carcere di Castrovillari e quello di Reggio Calabria.
«Per Maysoon sono stati 302 i giorni di carcere che avrebbero potuto essere evitati. Già a febbraio avevo chiesto che fosse ascoltata e che modificassero la misura cautelare. Solo il 17 maggio Maysoon è stata interrogata per nove ore senza che però le fossero accordati i domiciliari. Abbiamo reiterato la richiesta ma nulla fino allo scorso 22 ottobre quando, dopo le testimonianze a suo favore, è stato disposto il rilascio. Ho già presentato un’istanza per indennizzo per ingiusta detenzione per un giovane egiziano in carcere per 33 mesi e lo scorso anno per un siriano che lo è stato per 17 mesi. Per Maysoon faremo la stessa cosa. A suo carico non è ravvisabile alcuna colpa e abbiamo messo in campo tutte le azioni atte a richiedere una modifica della misura, sempre rigettate», spiega ancora l'avvocato Liberati.
La richiesta di Asilo politico
Intanto si continua a lavorare per il riconoscimento dello status di rifugiata politica. Con lei ha chiesto asilo anche il fratello Razhan.
«Maysoon è già stata sentita dalla Commissione. Il suo rappresenta una sorta di caso scuola. Fuggita con suo fratello da un regime che la perseguitava. Teme sempre per l’incolumità della sua famiglia, continuamente interpellata e vessata dalla polizia morale per le esternazioni sue e di quanti si oppongono al regime. Esternazioni ovviamente poco gradite al governo iraniano. Maysoon porta ancora i segni di una detenzione di 40 giorni nello stesso carcere dove è stata detenuta la giornalista Cecilia Sala. Lei e il fratello Razhan – sottolinea l'avvocato Liberati - costituiscono un nucleo familiare e anche lui è adesso richiedente asilo, essendo fuggito con lei per gli stessi motivi».
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