Il collaboratore di giustizia molto vicino ai fratelli Graviano nel novembre scorso aveva anche ventilato l’ipotesi che il latitante si sarebbe potuto consegnare per «un arresto clamoroso» in cambio di benefici di pena per qualche sodale all’ergastolo
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Presumiamo che Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa lui stesso per consegnarsi e fare un arresto clamoroso…». Era l’inizio di novembre dello scorso anno, e a ventilare alle telecamere di Giletti la possibilità di una prossima cattura dell’ultimo boss stragista da parte delle forze dell’ordine, è Salvatore Baiardo, collaboratore di giustizia molto vicino ai fratelli Graviano. «Che arrivi un regalino? e così arrestando lui esce qualcuno che ha l’ergastolo ostativo senza che ci sia clamore? Tutto è possibile» diceva ancora l’ex gelataio di origini siciliane ipotizzando uno scenario di “autoconsegna” da parte del boss alle forze dell’ordine dettato dai suoi problemi di salute.
Cosa Nostra | Matteo Messina Denaro arrestato dopo 30 anni di latitanza: era in una clinica di Palermo
Uno scenario che, per alcuni aspetti, potrebbe risultare quasi profetico rispetto all’arresto di lunedì mattina avvenuto in una clinica palermitana. In realtà da tempo gli investigatori ipotizzavano che Matteo Messina Denaro potesse essere in cura per un problema medico e, come spiegato in conferenza stampa, solo al momento del riconoscimento visivo i carabinieri sono stati certi che l’uomo che si nascondeva dietro l’identità di Andrea Bonafede fosse realmente il figlio di “don Ciccio”.
Legato da rapporti strettissimi con Giuseppe Graviano, il boss di Brancaccio sotto processo a Reggio Calabria nel processo ‘ndrangheta stragista, alcune dichiarazioni di Salvatore Baiardo erano state raccolte in una informativa della Direzione investigativa antimafia ed erano confluite nel procedimento in corso davanti alla Corte d’Appello dello Stretto. Dichiarazioni che erano state riprese anche dalle telecamere di Report, che quel collaboratore di giustizia ex fiancheggiatore dell’ala stragista dei corleonesi, lo aveva intervistato in merito alla sparizione dell’agenda rossa di Borsellino. Ed è lui ad ipotizzare che alcune copie di quella agenda – che dovrebbe contenere gli ultimi riservatissimi appunti di Paolo Borsellino – sarebbero in mano a Graviano oltre che allo stesso Matteo Messina Denaro, che con il boss palermitano è stato “protagonista” della stagione delle stragi.
Report e il segreto dell’agenda rossa di Borsellino. La pista giusta arriva da Reggio Calabria?
«E non solo loro» aveva rivelato, raccontando di un incontro avvenuto a Orta in cui lui stesso ne aveva vista una copia. Dichiarazioni che hanno fatto il paio con quelle rilasciate in aula dallo stesso Graviano che, rivolgendosi a Giuseppe Lombardo, il magistrato della Dda reggina che sta curando l’accusa anche nel processo di secondo grado aveva detto «Lei dottore Lombardo, potreà trovare l’agenda rossa».