Il super latitante, catturato oggi dopo 30 anni, citato più volte nel processo in corso a Reggio 'Ndrangheta stragista
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È l’uomo che si ritiene essere in possesso dei segreti che hanno portato alle stragi e alla presunta trattativa Stato - mafia Matteo Messina Denaro arrestato oggi dopo 30 anni di latitanza. E buona parte di questi segreti passano anche dalla Calabria e sono emersi nel corso del processo 'Ndrangheta stragista arrivato alle battute finali.
Il processo | ’Ndrangheta stragista, il 10 marzo la sentenza d’Appello a Reggio Calabria
Diversi sono i passaggi in cui teste e pentiti ricollegano le fila tentando di ricostruire i rapporti tra cosche siciliane e calabresi.
Ed è un passaggio non sottovalutatile perché quando si parla di Matteo Messina Denaro non si fa riferimento solo al capomafia di Castelvetrano, ma al vertice di Cosa nostra che avrebbe mantenuto i rapporti con la 'Ndrangheta, negli affari della droga e non solo.
Una teoria che ha preso forma nel processo 'Ndrangheta stragista facendo emergere come Cosa nostra e 'Ndrangheta viaggiano all'unisono. L'accusa rappresentata dal Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, ha puntato tutto sul voler dimostrare come Cosa nostra e 'Ndrangheta fossero unite nella strategia stragista degli anni Novanta ma anche da affari e nella pianificazione degli attentati contro magistrati in prima linea nella lotta al Sistema criminale.
Numerosi sono stati, infatti, i riferimenti dei collaboratori di giustizia ai contatti e alle riunioni di inizio anni ’90 per concordare una strategia comune di attacco allo Stato. Il tutto nel tentativo di ricostruire il presunto e comune disegno eversivo delle due organizzazioni criminali, di cui farebbe parte anche il duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Giuseppe Garofalo. Non è un caso se il processo vede alla sbarra il boss di Cosa nostra, Giuseppe Graviano, e il capobastone della ‘ndrangheta di Melicucco, Rocco Santo Filippone.
E fu proprio il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, già sentito dalla Procura di Reggio Calabria, il 2 ottobre 2018, che rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, pur non sapendo nulla di specifico sul delitto, riferì dei rapporti tra i calabresi ed i siciliani, nel corso del tempo. Relazioni che vedevano come protagonista proprio il Capo dei capi, Totò Riina. E durante l’interrogatorio Brusca confermò che era stato proprio Matteo Messina Denaro a riferire gli incontri che portarono poi alla trattativa Stato mafia.