«I mafiosi sono pezzi di m….». Lo slogan che ha reso famoso Pino Maniaci è riecheggiato ieri nel Complesso  valentianum di Vibo Valentia dove era in programma un incontro con il noto giornalista siciliano, che ha fatto della lotta alla mafia – e della mafia che c’è in certa antimafia - il proprio tratto distintivo. E che per questo ha pagato anche un prezzo altissimo.

Moderato da Marco Cribari, giornalista di LaC News24 e Cosenza Channel, l’evento è servito anche a verificare a che punto è il contrasto al crimine organizzato quando sono passati ormai più di trent’anni dal vaticinio del giudice Giovanni Falcone: «La mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani avrà una fine».

«Sono soddisfatto per quanto fatto fin qui da magistrati e Forze dell’ordine – ha affermato ai nostri microfoni – In Sicilia quasi tutti i boss sono in galera, segno che siamo a buon punto. Registro, però, una volontà politica di non recidere il cordone ombelicale con la mafia. La mia è una provocazione: ma se noi vinciamo la lotta alla mafia, non è che poi certa Antimafia resta disoccupata?».

In seguito, dal palco riprenderà l’argomento rivolgendosi direttamente alla platea: «Lo Stato vuole davvero combattere la mafia? A mio avviso no, ma la speranza siete voi giovani». La sala “Scrigno di vetro”, infatti, era gremita dai ragazzi delle scuole vibonesi. Maniaci si è rivolto a loro secondo quello che è il suo stile, con un linguaggio molto colorito e per questo si è beccato anche il rimbrotto da parte di una maestra. Ha chiesto scusa, ma non per questo ha poi cambiato registro.

Sul palco, a dialogare con lui c’erano politici, amministratori locali e rappresentanti di categoria. Michele Comito, capogruppo Forza Italia in consiglio regionale, ha individuato nella lotta al riciclaggio di denaro l’ultima frontiera della lotta alla mafia. Antonino Cugliari, vicepresidente Camera di commercio Catanzaro-Vibo-Crotone, si è detto soddisfatto per il fatto che nella società civile matura sempre più la consapevolezza di non rendersi complici delle organizzazioni mafiose, in primis con il pagamento del pizzo, e ha esortato i presenti a ricordare da dove siamo partiti, quarant’anni fa, ai tempi in cui ancora si sosteneva «che la mafia non esistesse».

Giuseppe Pizzonia, sindaco di Francavilla Angitola, confida «nell’educazione» e dunque nel ruolo delle scuole per allevare la nuova generazione in grado di dare la stoccata decisiva al crimine, mentre Gaetano Portaro, in rappresentanza dei giovani di Confindustria di Vibo ha parlato a nome di chi ha scelto di tornare a vivere in Calabria per contribuire al rilancio di questa terra.

Protagonisti indiscussi dell’appuntamento – che rientrava nell’ambito del “Festival del sud” – sono stati però i ragazzi delle scuole. Due di loro sono saliti anche sul palco per un botta e risposta con Maniaci sul tema del giornalismo. A loro si è rivolto il direttore di Telejatocon la sua invettiva finale, ottenendo una risposta all’unisono: «I mafiosi sono pezzi di m…». Falcone aveva ragione: forse siamo sulla buona strada.