Dosi di vaccino AstraZeneca rimaste inutilizzate al Sud indirizzate alle Regioni settentrionali per una nuova redistribuzione. L'ipotesi - circolata in queste ore - sarebbe stata sondata dallo stesso commissario per l'emergenza, il generale Francesco Figliuolo dietro indicazione dei governatori del Nord. Ma proprio dal Veneto e dalla stessa struttura commissariale arrivano le prime precisazioni. 

Il Veneto smentisce

Sull’argomento è intervenuto Luca Zaia, alla guida del Veneto. Il presidente ha spiegato che allo stato attuale non è attesa nessuna dose dal Mezzogiorno: «Non è vero che ieri in conferenza delle Regioni è stato detto che arriveranno i vaccini inutilizzati dal Sud Italia», ha sottolineato Zaia oggi nel corso del punto stampa.  «Magari arrivassero altri vaccini, a noi farebbe solo piacere», ha detto ancora. E a smentire la notizia anche una nota della struttura commissariale all'emergenza guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo.

«Notizia priva di fondamento»

«Con riferimento alle notizie pubblicate oggi da alcuni organi di stampa in merito all'assegnazione di dosi di vaccino alla Regione Veneto provenienti da altre Regioni, si smentisce la fondatezza della notizia, precisando che eventuali trasferimenti di dosi tra Regioni sono di esclusiva competenza della Struttura Commissariale», precisa infatti in la nota.

I "bilanciamenti" tra regioni

«Il commissario straordinario, nel corso della Conferenza delle Regioni tenutasi ieri - si legge nel comunicato - aveva già ribadito che in merito al vaccino Vaxzevria, meno utilizzato in alcune Regioni, gli eventuali bilanciamenti sono effettuati, sentite le Regioni interessate, sempre ed esclusivamente a cura della Struttura Commissariale, per ragioni programmatiche e di coerenza con il piano vaccinale, oltre che per motivi legati alla logistica di trasporto e alla catena del freddo».

«Tali bilanciamenti - conclude la nota - che peraltro non riguardano solo movimenti da sud verso nord ma, come già avvenuto, anche tra Regioni del Sud, sono comunque da considerarsi quali anticipazioni di dosi di vaccino nell’ottica di un costante riequilibrio della ripartizione prevista tra Regioni/Province autonome, seguendo il criterio ‘una testa - un vaccino'».