Rivela particolari del tutto inediti anche sulla scomparsa di Maria Chindamo, l’inchiesta Olimpo della Dda di Catanzaro che ha colpito i clan Mancuso di Limbadi e Nicotera, La Rosa di Tropea ed in parte anche gli Accorinti di Briatico. Novità di non poco conto che la nostra testata svela per la prima volta.

L’imprenditrice di Laureana di Borrello è stata rapita e fatta sparire alle ore 7.15 del 6 maggio 2016 dinanzi alla sua tenuta agricola di località “Montalto” di Limbadi. Ad oggi ogni tentativo di trovarne il cadavere – gli investigatori sono certi sia stata uccisa – si è rivelato vano, così come l’inchiesta avviata dalla Procura di Vibo Valentia che non ha portato sinora ad accertare alcuna responsabilità penale per la scomparsa della donna il cui fascicolo di indagine è attualmente passato alla Dda di Catanzaro.

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La novità arriva ora da un verbale del collaboratore di giustizia di Vibo Valentia, Andrea Mantella, reso alla Dda in data 18 ottobre 2016, quindi quasi sei mesi dopo l’inizio della sua collaborazione che risale agli inizi del mese di maggio dello stesso anno. «Con riferimento alla vicenda relativa alla scomparsa di Maria Chindamo non so nulla di preciso – ha fatto mettere a verbale Mantella – essendo stato in carcere dal 2011. Tuttavia qualche anno fa mi trovavo detenuto a Viterbo e Diego Mancuso mi parlava di questa imprenditrice che aveva una piantagione di Kiwi e del fatto che Pantaleone Mancuso, detto Vetrinetta”, si stava accaparrando i suoi terreni e che quando sarebbe uscito lui doveva mettere a posto questa situazione».

Dunque, per la prima volta viene svelato che Andrea Mantella aveva reso dichiarazioni anche su Maria Chindamo nell’ottobre del 2016 affermando che a parlargli dell’imprenditrice di Laureana di Borrello sarebbe stato il boss Diego Mancuso – ora principale arrestato nell’operazione Olimpo – durante un comune periodo di detenzione e, quindi, in epoca antecedente al maggio del 2016 (il 6 maggio 2016 sparisce Maria Chindamo e proprio i primi giorni dello stesso mese inizia a collaborare con la giustizia Andrea Mantella).

Secondo dato: Diego Mancuso, 69 anni, boss di Limbadi, ha lasciato il carcere nel novembre del 2020 grazie al “continuato” di pena fra le sentenze nate dalle operazioni antimafia denominate Dinasty, Genesi e Batteria, dopo aver scontato quasi 17 anni di ininterrotta detenzione. Spostata la sua residenza da Limbadi al villaggio Heaven di Santa Maria di Ricadi, nel febbraio dello scorso anno il Tribunale di sorveglianza di Catanzaro gli ha revocato anche il regime di libertà vigilata.

Terzo dato: Pantaleone Mancuso (cl. ‘47), alias “Vetrinetta”, zio di Diego Mancuso, ritenuto esponente di vertice dell’omonimo clan, è deceduto il 3 ottobre 2015 nel carcere di Tolmezzo dove era detenuto per l’operazione “Black money”. Ciò vuol dire che l’eventuale interesse per i terreni di Maria Chindamo – se si prendono per buone le dichiarazioni di Andrea Mantella – doveva necessariamente risalire ad un periodo antecedente al marzo del 2013, data in cui è scattata l’operazione “Black money” con l’arresto dello stesso Pantaleone Mancuso che non ha più lasciato lo stato detentivo sino al suo decesso avvenuto in carcere il 3 ottobre 2015.

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