Il primo cittadino soddisfatto dell’esito del procedimento: «La Magistratura certifica la bontà del nostro operato, improntato a legalità e trasparenza»
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Il Tribunale di Vibo Valentia ha assolto il sindaco di Tropea Macrì dal reato di omissione di atti d’ufficio. La vicenda si riferisce alle mancate ordinanze di quarantena Covid. Più specificatamente, la Procura di Vibo contestava al sindaco l’aver omesso di emanare le ordinanze contingibili e urgenti a seguito di proposta dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, nel periodo dal marzo aprile 2020. Il procedimento penale era originato dalla segnalazione effettuata dalla Legione Carabinieri “Calabria”, Stazione di Tropea.
Le ordinanze di quarantena Covid
«La polizia giudiziaria – si legge in una nota dei legali- sosteneva che il sindaco, per ogni segnalazione dell’Asp, che prescriveva al cittadino positivo al Covid (ovvero quello che aveva avuto contatti diretti con il positivo) di rimanere in quarantena presso il proprio domicilio, avrebbe dovuto emanare tante ordinanze contingibili e urgenti. Il primo cittadino, tramite il proprio difensore l’avvocato Guido Siciliano, aveva quindi depositato una corposa memoria difensiva nella quale si evidenziava che le ordinanze contingibili e urgenti in materia di sanità e limitative della libertà, potevano essere legittimamente emanate quando vi erano problematiche sanitarie a “carattere esclusivamente locale” (certamente la pandemia da Covid non rientrava in questa categoria).
Ed ancora, essendo il potere di ordinanza extra ordinem non poteva intervenire nel momento in cui lo Stato aveva emanato tutta una serie di decreti del presidente del Consiglio dei ministri (all’epoca Conte) che, tra l’altro, vietavano ai sindaci, per l’appunto, di far ricorso a questo strumento. In ultimo, l’ordinanza sarebbe stata una inutile duplicazione delle direttive già impartite al cittadino direttamente dall’Asp che procedeva al relativo controllo ed al sostegno medico. Controllo effettuato dal Comune di Tropea attraverso i propri vigili urbani, che venivano immediatamente notiziati dei provvedimenti di quarantena notificati dall’Asp di Vibo Valentia».
Il rinvio a giudizio e l'assoluzione
Il sindaco Macrì, quindi, era stato rinviato a giudizio davanti al Tribunale Collegiale di Vibo Valentia per la celebrazione del processo: «Alla prima udienza, all’apertura del dibattimento, il pubblico ministero ha chiesto l’immediato proscioglimento del sindaco per non aver commesso il fatto. Il Tribunale ha dato la parola all’accusa e alla difesa per le conclusioni (entrambi chiedevano una sentenza di assoluzione) emettendo infine sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto, con motivazione contestuale». Compiacimento viene espresso dai legali Siciliano e dal sindaco Macrì che ha brevemente commentato: «Viene ancora una volta certificato dalla Magistratura la bontà del nostro operato, improntato a legalità e trasparenza e teso esclusivamente al bene dell’ente. Tra l’altro, nel periodo Covid, ma in tutta la mia consiliatura in verità, vi è sempre stato un coordinamento continuo con gli organi sovracomunali (prefetto, azienda sanitaria provinciale, presidente della Regione) nella gestione dell’attività amministrativa del Comune di Tropea».