Senza il reparto lo spoke rischia di essere declassato. L’empasse sarebbe tuttavia superabile se l’area chirurgica venisse localizzata in uno dei due presidi della città
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Sospesi i ricoveri per carenza di personale nella divisione di Rianimazione dell’ospedale Nicola Giannettasio di Corigliano Rossano. Paralisi in tutte le attività in cui è necessaria la figura dell’anestesista la cui sottodimensionata dotazione organica riporta 7 medici a Rossano e 3 a Corigliano. Secondo il fabbisogno, invece, occorrerebbero almeno 20 unità.
Rimane garantita l’assistenza emergenziale. I quattro posti di Rianimazione del Giannettasio sono già da tempo destinati per il trattamento dei degenti Covid. E i problemi potrebbero sorgere per il Polo Covid di Rossano che ospita attualmente 36 pazienti, ma anche per le attività di sala operatoria almeno per quanto riguarda le urgenze. La dotazione organica, tra l’altro, è destinata a peggiorare da giugno quando l’attuale direttore della divisione di Rianimazione Angelo Vulcano (in foto) avvierà le procedure di pensionamento.
Disagi superabili se si individua un'unica area chirurgica
La situazione, tuttavia, potrebbe essere risolta se si avesse il coraggio di contemplare tutta l’attività chirurgica in cui è prevista la figura dell’anestesista in un unico presidio ospedaliero. La distribuzione dei camici bianchi tra i presidi di Corigliano e Rossano, crea disenergie e determina disagi nelle turnazioni.
Avviare un processo di suddivisione tra area chirurgica e area medica nei due presidi ospedalieri da sempre apre a localismi e conflitti territoriali che la governance dell’Asp e la politica non riescono a disciplinare. Ma l’aspetto ancora più preoccupante è che senza la Rianimazione lo spoke di Corigliano-Rossano, sebbene per numeri di accessi sia la più corposa, rischia il declassamento a ospedale di base.
Al danno quindi la beffa: proprio la Sibaritide che produce maggiori numeri prestazionali rischia la soppressione dello spoke, se si tiene in considerazione che per ogni provincia si ritengono sufficienti un ospedale Hub e due spoke. Negli ultimi giorni, ma anche in passato, è stato inviato una dura missiva ai vertici dell’Asp al fine di chiedere il potenziamento della dotazione organica, senza ottenere alcuna risposta. Le criticità sono tante. Gli anestesisti devono intervenire sia nei reparti Covid-dedicati che nei reparti no-Covid nello stesso turno di lavoro, alimentando di fatto il rischio dei contagi. Anche per queste ragioni si chiede una doppia guardia di Anestesia e Rianimazione-Covid. Nella nota, infine si chiede la sospensione di tutte le attività chirurgiche urgenti e non urgenti.