NOMI-VIDEO | La madre stanca delle vessazione subite dal figlio per ottenere denaro per l'acquisto di stupefacenti ha deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine. Tre sono finiti in carcere, quattro ai domiciliari. Un obbligo di firma
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È in corso a Cosenza una operazione della polizia di stato per l'esecuzione di otto ordinanze di misura cautelare, tre in carcere, quattro domiciliari, un obbligo di firma, emesse dal Gip del tribunale su richiesta della Procura a carico di soggetti ritenuti responsabili a vario titolo, dei reati di detenzione e cessione di cocaina e marijuana e di estorsione. Secondo quanto si è appreso, gli spacciatori operavano prevalentemente nel centro cittadino.
L’indagine ha preso il via dalla denuncia presentata nell’ottobre 2017 da una madre coraggio la quale stanca delle vessazioni continue a cui era sottoposta dal figlio per ottenere denaro da utilizzare per l’acquisto di stupefacenti, decideva di rivolgersi alle forze dell’ordine. L’inchiesta si è sviluppata in particolare attraverso rilevamenti, appostamenti, intercettazioni telefoniche ed ambientali. Sono così emersi numerosi episodi di cessione di cocaina e marijuana, molte delle quali consumate direttamente all’interno delle rispettive abitazioni degli indagati, alcuni dei quali già posti ai domiciliari.
Gli arrestati, infatti, avevano messo in atto un sistema di spaccio collaudato, operando da casa nonostante fossero, appunto, sottoposti agli arresti domiciliari. Uno di loro consegnava dosi di cocaina all'interno della struttura sanitaria in cui un giovane tossicodipendente si trovava perché sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata e ricoverato in "doppia diagnosi", un regime di ricovero per pazienti affetti da disturbi psichiatrici dovuti all'abuso di sostanze stupefacenti.
I dettagli dell’operazione Sette note
L'operazione, denominata "Sette note", ha portato in carcere Dimitri Bruno, 30 anni, sua madre Maria De Rose, 48 anni, e Riccardo Gaglianese, 25 anni. Ai domiciliari sono finiti Giuseppe Cristaldi, 37 anni, Marcello Bennardo, 53 anni, e Manuel Esposito, 24 anni. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per C.Q., 26 anni. Un'altra persona, che risulta irreperibile, è ricercata.
«Centrale il ruolo della mamma»
«La figura della madre, in questa, come in altre operazioni, ha avuto un ruolo importante» ha detto, nel corso della conferenza stampa seguita agli arresti il procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini. «Dopo essere stata soggetta a intimidazioni da parte del figlio - ha detto Manzini - ha avuto il coraggio di denunciarlo, per cercare di fare luce su una situazione che vedeva il giovane vittima nel suo assoggettamento totale alla droga».
«Cosenza naviga sulla droga»
Non lasciano spazio a interpretazioni le parole del procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo: «Questa è una città che naviga sulla droga, stiamo lavorando a fondo sui pusher». Non si tratta del primo allarme lanciato dalla magistratura cosentina. «L'idea è che ci sia una diffusione assolutamente a macchia d'olio e dopo questa indagine ce ne saranno altre - ha detto Spagnuolo - e ci sono tante altre madri che hanno lo stesso problema, e noi invitiamo a non aspettare che si arrivi a questo momento di scontro patologico: interveniamo prima, a livello preventivo».