Condizioni metereologiche in graduale miglioramento ma molti hanno già rinunciato alla tradizionale scampagnata. Sulle cime più alte è tornata la neve
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In tanti questa mattina hanno scrutato il cielo indecisi sul da farsi, ma poi i più hanno deciso di desistere riponendo barbecue e carbonella per ripiegare su un pranzo di Pasquetta da organizzare a casa o in un ristorante.
Il maltempo che questa notte ha sferzato la Calabria ha tolto la voglia della classica scampagnata del Lunedì dell’Angelo, ma i più ostinati potrebbero anche spuntarla, visto che il miglioramento delle condizioni metereologiche è dato per graduale e costante durante tutta la giornata. Restano le temperature basse e sotto la media stagionale, oltre a qualche spruzzo di pioggia che si contende la scena con un timido sole che cerca di bucare le nuvole. A ciò si aggiunge il vento, che continua a soffiare in maniera sostenuta su tutto il meridione d’Italia.
In Sila è addirittura tornata la neve, che questa notte ha imbiancato le principali località.
Condizioni che hanno reso proibitive le escursioni sia al mare che in montagna, anche se ci sono temerari che hanno scelto comunque di sfidare il freddo. Il meteo ha spinto molti a prendere d’assalto agriturismi e ristoranti tipici, dove si registra il tutto esaurito.
Ripartenza a metà per gli agriturismi italiani
Una tendenza, comunque, che riguarda tutta l'Italia, anche dove in queste ore splende il sole (Nord e Centro). A Pasquetta, infatti, nei 24mila agriturismi italiani , scelti da una comitiva su 10, c'è il tutto esaurito. Ma se sono al completo a tavola per il 100%, non altrettanto accade per i soggiorni che sono andati a rilento con le camere piene all'80% e prenotazioni last second. Colpa, ancora, dell'incognita Covid e di una crisi economica esasperata dalla guerra in Ucraina. Questo il primissimo bilancio stilato da Cia-Agricoltori Italiani con Turismo Verde, la sua Associazione per la promozione agrituristica che allunga le aspettative sull'estate. Infatti, è difficile - dice Cia - parlare già di vera ripartenza: «In atteggiamento contenitivo per la guerra e il caro-energia, gli italiani che tornano a concedersi il fuori porta, tra questa prima festività dell'anno e i prossimi 25 aprile e primo maggio, stanno già rinunciando a due gite su tre, si concedono un solo pernotto e spenderanno in totale tra il 10 e il 25 per cento in meno rispetto al 2019, anno in cui i turisti di Pasqua crearono un giro d'affari sopra gli 8 miliardi, ma quello fu anche l'anno del lungo ponte. Per il prossimo bisognerà aspettare il 2025».
Secondo Cia, quello che emerge dai primi dati sugli spostamenti di questa Pasqua 2022, è il ritratto di un'Italia che stenta a riprogrammare la normalità. Ha bisogno di vacanze - circa 14 milioni di persone hanno comunque fatto le valigie in questi giorni - ma organizza last second o finisce per disdire. E la gestione delle prenotazioni, sottolinea Cia, è la vera impresa per gli operatori del settore. Mentre fino al 2019 si ricevevano richieste di soggiorno 2/3 mesi prima, «adesso è questione di settimane, se non di poche ore dalla previsione di arrivo. Nel caso dei pranzi di Pasqua e Pasquetta, rimpiazzare le disdette non è stato difficile. Per i pernotti, invece, il guadagno è perso e supera in media i 15mila euro a struttura, da inizio anno a oggi».
Si guarda alle previsioni di ripresa di tutto il turismo nazionale con il ritorno degli stranieri già in questa primavera, pari al 30% delle presenze tra ieri e oggi, rappresentate per lo più da tedeschi e inglesi. Nell'incertezza generale, conclude Cia, ciò che resiste e cresce «è il valore delle destinazioni regionali per riscoprire l'Italia delle piccole comunità e delle autentiche ricette tradizionali, in montagna e collina, dove si trovano l'84% degli agriturismi del Paese».