Per evitare nuove emergenze il segretario regionale propone l'utilizzo dei «soldi del Ponte sullo Stretto per mettere in sicurezza la vita dei cittadini, la rete infrastrutturale ed ambientale»»
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«La fragilità ambientale del nostro Paese e della Calabria è diventata l'emergenza delle emergenze. Basta poco, oramai, e i danni da maltempo sono un pericolo per l'incolumità e la sicurezza dei cittadini». Ad affermarlo, in una nota, il segretario generale della Cgil calabrese Angelo Sposato.
«La voragine nella strada statale 280 a Lamezia, che ha inghiottito un'autovettura - aggiunge Sposato - è la metafora della condizione delle nostre infrastrutture e della necessità di avviare al più presto un grande piano per la sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico, sismico, dall'erosione costiera, dal rischio incendi. Un territorio in abbandono, non mantenuto e con un forte consumo di suolo rappresenta un pericolo, per questo servono investimenti in risorse umane e tecnologiche per un grande piano di messa in sicurezza».
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«Da tempo, da anni, continuiamo a dire alle varie amministrazioni regionali che non bastano i droni e la sola sorveglianza per mettere in sicurezza il territorio se non si fanno investimenti e si mette al centro il tema ambiente con donne e uomini che lavorano. Abbiamo proposto - sottolinea il segretario generale della Cgil Calabria - un grande piano per il lavoro per la manutenzione del territorio ma su questo anche la giunta Occhiuto non ha voluto dare risposte. Per questo continuiamo ad insistere prima che sia troppo tardi».
«La voragine di Lamezia, in una delle strade più frequentate della Calabria, che poteva diventare tragedia, sia da monito e un allarme per non perdere più tempo. La Calabria, i territori, allo stato attuale, non sono nelle condizioni di affrontare emergenze alluvionali ed idrogeologiche se non si attiva da subito un grande piano per la messa in sicurezza del territorio. Si utilizzino i 15 miliardi sprecati sul ponte per cose essenziali, per mettere in sicurezza la vita dei cittadini, la nostra rete infrastrutturale ed ambientale».