Il mea culpa del primo cittadino arriva sui social e non prova a svincolarsi: «Dobbiamo ripensare questa città, dobbiamo ripensare a un sistema di smaltimento delle acque meteoriche»
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«Chiedo scusa e dico grazie. In un mondo in cui, soprattutto in politica, la colpa è sempre di qualcun altro, sento il bisogno di chiedere scusa quando sbaglio come nel caso della pioggia di ieri. Certo, era un evento inatteso, la protezione civile regionale aveva diramato un’allerta gialla mentre poi sono caduti 60 mm d’acqua in poche ore e noi ci siamo fatti trovare impreparati».
Il mea culpa del primo cittadino di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà arriva sui social e non prova a svincolarsi: «Ma questo giustamente ai cittadini non interessa, perché io sono il sindaco e la responsabilità di quello che accade in città è comunque mia. Ai cittadini non interessa, e non deve interessare, perché una strada si allaga e perché i tombini saltano. Per un cittadino, come è giusto che sia, una strada non si deve allagare e i tombini non devono saltare. Adesso la situazione si sta normalizzando grazie al pronto intervento dei nostri ragazzi di Castore, Avr, Idroreghion, all’instancabile assessore Rocco Albanese e ai vigili del fuoco.
Noi però dobbiamo ripensare questa città, dobbiamo ripensare a un sistema di smaltimento delle acque meteoriche tra le due fiumare del Sant’Agata e del Calopinace ormai insufficiente e sottodimensionato; occorre rivedere la nostra superficie di suolo ormai quasi totalmente impermeabile; occorre lavorare insieme con senso di responsabilità. Finché non lo faremo saremo comunque responsabili, a prescindere».