Dopo la sentenza del procedimento arrivato dall’abbreviato, la Suprema Corte si esprime sull’ordinario. Otto pronunce diventano definitive compresa quella al boss Alfonso Mannolo
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Dopo la sentenza definitiva sul rito abbreviato, il terzo grado di giudizio arriva anche per il rito ordinario del processo Malapianta e, di nuovo, viene sancita definitivamente l’esistenza del locale di San Leonardo di Cutro e, soprattutto, del suo capo promotore, l’ottuagenario Alfonso Mannolo.
Otto condanne diventano definitive e sette tornano in appello. Questo ha deciso la Corte di Cassazione in merito al processo contro le cosche Mannolo-Falcone-Zoffreo e i loro sodali. La Suprema Corte appone il suo sigillo sui 30 anni comminati al boss Alfonso Mannolo, 85 anni, «capo indiscusso dell’articolazione mafiosa denominata locale di San Leonardo di Cutro (con la dote di Vangelista e la carica di capo società di San Leonardo)».
È lui il promotore delle vessazioni ai villaggi turistici dello Jonio crotonese, prima fra tutti Porto Kaleo, il cui amministratore, Giovanni Notarianni, dopo anni di mazzette, assunzioni e forniture imposte e centinaia di migliaia di euro di danneggiamenti, ha denunciato dando una spallata all’inchiesta coordinata dal pm Domenico Guarascio.
La Cassazione ha oggi riconosciuto il risarcimento dovuto a Notarianni e alla società Alberghi del Mediterraneo, entrambi difesi dall’avvocato Michele Gigliotti.
La sentenza
Annullata con rinvio la sentenza nei confronti di Roberto Fusari (due anni e sei mesi in appello), Paolo Menicucci (tre anni in appello), Annunziato Profiti (quattro anni), e Renzo Tiburzi (due anni in appello). Per loro è previsto un nuovo processo davanti a una nuova sezione della Corte d’Appello di Catanzaro.
Nuovo processo d’appello anche per Giuseppe Benincasa (sette anni in appello) limitatamente a tre capi di imputazione, per Mario Cicerone (quattro anni e sei mesi in appello), per un capo di imputazione, Remo Mannolo (19 anni in appello) per due capi di imputazione.
Definitiva la condanna per Pasquale Profiti (cinque anni), per lui il processo è da rivedere solo per l’applicazione della misura di sicurezza.
Diventano definitive le condanne di Alfonso Mannolo (30 anni), Antonella Bevilacqua (11 anni), Francesco Falcone (15 anni e nove mesi in appello), Luigi Giappichini (cinque anni), Alberto Benincasa (tre anni e sei mesi), Antonio De Franco (sette anni), Luca Mancuso-Trabucco (tre anni).