L'ex parlamentare di Forza Italia era ritornato in carcere dopo la lettera inviata alla ex collega Mara Carfagna
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Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia ha accolto un’istanza presentata dagli avvocati Guido Contestabile e Salvatore Staiano ed ha concesso gli arresti domiciliari all’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, imputato nel maxiprocesso Rinascita Scott. Pittelli lascia così il carcere dove era stato rispedito dal Tribunale di Vibo nel dicembre scorso per aver violato gli arresti domiciliari che aveva ottenuto in precedenza dopo essere finito in carcere il 19 ottobre scorso nell’inchiesta “Mala Pigna” della Dda di Reggio Calabria.
Rimesso ai domiciliari dal Riesame di Reggio Calabria, Pittelli era stato poi trattenuto tre giorni in più in carcere perché non si trovava un braccialetto elettronico. Era stato quindi il Tribunale di Vibo a “risolvere” l’incredibile vicenda revocando l’obbligo del braccialetto elettronico e rimandando così Pittelli ai domiciliari. Nel frattempo, però, l’8 ottobre precedente Pittelli aveva spedito una lettera al ministro Mara Carfagna chiedendo di aiutarlo e invitando il ministro (invito non accolto) a telefonargli sul numero della moglie.
Quanto era bastato al Tribunale di Vibo – venuto a conoscenza della missiva dalla Dda di Catanzaro che l’ha ricevuta dall’Ispettorato di pubblica sicurezza di Palazzo Chigi – per aggravare la misura nei confronti di Pittelli che “ha consapevolmente trasgredito alle prescrizioni impostegli con il provvedimento di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari”.
Dalla missiva indirizzata al ministro, ad avviso del Tribunale di Vibo, “emerge la volontà di reiterare la violazione, laddove l’imputato invita il destinatario a contattarlo su un’utenza telefonica dallo stesso fornita e indicata come in uso alla coniuge. Pittelli manifesta poi la volontà di instaurare contatti, con la precipua finalità – hanno evidenziato i giudici – di incidere sul regolare svolgimento del processo ancora in corso”.
Nel maxiprocesso Rinascita Scott, Giancarlo Pittelli è accusato del reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe messo a disposizione dei clan Mancuso di Limbadi e Nicotera e Razionale di San Gregorio d’Ippona i suoi contatti (anche istituzionali) per rafforzare le due consorterie criminali.
Nelle motivazioni della nuova decisione del Tribunale collegiale di Vibo Valentia (presidente Gilda Romano, a latere i giudici Germana Radice e Francesca Loffredo) spiegano che “il tempo trascorso dal momento della riapplicazione della massima misura custodiale, nonchè il complessivo comportamento dell’imputato possono far esprimere, allo stato un giudizio prognostico favorevole di resipiscienza di Pittelli in punto di futuro rispetto delle prescrizioni sullo stesso gravanti”.