L’associazione di magistrati critica verso le dichiarazioni del procuratore generale di Catanzaro e della parlamentare: «Si delegittima l’operato»
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«Magistratura Indipendente esprime apprezzamento per l'iniziativa dei Consiglieri superiori Braggion, D'Amato e Miccichè i quali hanno chiesto al Comitato di Presidenza del Csm l'apertura di una pratica a tutela dei magistrati del distretto della Corte d'Appello di Catanzaro in merito alle allarmanti dichiarazioni del Procuratore generale di quel distretto, Otello Lupacchini, e a quelle, non meno gravi, espresse dall'on. Enza Bruno Bossio a seguito dell'esecuzione dell'ordinanza cautelare che ha disposto 334 arresti nell'ambito della recente indagine “Rinascita-Scott” della Dda di Catanzaro». Lo affermano, in una nota, il presidente ed il segretario di Magistratura indipendente, Mariagrazia Arena e Paola D'Ovidio.
Nella nota si manifesta, inoltre, «viva preoccupazione per il contenuto delle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal Procuratore generale di Catanzaro in relazione alla maxi-operazione Rinascita-Scott. Pur premettendo di non essere a conoscenza degli atti dell'indagine i cui contenuti avrebbe appreso dalla stampa, il dott. Lupacchini muove critiche generiche e non argomentate ai colleghi requirenti, delegittimandone l'operato con l'allusivo riferimento “...a ciò che generalmente accade e cioè l'evanescenza come ombra lunatica di molte operazioni della Procura distrettuale di Catanzaro”».
«Trattasi di dichiarazioni – prosegue la nota - che, proprio perché rilasciate dal vertice degli uffici requirenti di Catanzaro in una fase delicata dell'inchiesta, risultano del tutto inappropriate. Esse assumono un oggettivo contenuto denigratorio e appaiono in grado di interferire sul sereno esercizio della funzione giurisdizionale nell'ambito di un'inchiesta che ha avuto già, in sede di emissione delle misure custodiali, un primo vaglio dinanzi all'ufficio giudicante, il quale dovrà esprimersi in sede di riesame e nelle successive fasi processuali. Sorprende però che si levino, anche all'interno di alcuni settori della magistratura associata, segnali di insofferenza se non di aperta disapprovazione per lo stile della comunicazione del procuratore Gratteri, adombrandone un possibile contrasto con la disciplina consiliare».
Secondo Magistratura indipendente, «tali critiche sembrano ignorare che il taglio comunicativo non è avulso dal contesto territoriale in cui si colloca e che la comunicazione in terra di mafia può essere opportunamente e apprezzabilmente tesa a favorire un processo di cittadinanza attiva, funzionale cioè a promuovere comportamenti cooperativi e assunzioni corali di responsabilità nonché ad offrire la certezza di un approdo sicuro per il risveglio della coscienza civile. Una comunicazione volta, quindi, a costruire una rete di fiducia ancora troppo poco diffusa in Calabria, dove è profondamente radicato l'erroneo convincimento che vivere onestamente sia inutile e che sia sforzo inane quello di ribellarsi al giogo della 'ndrangheta o a quello, parimenti opprimente, dei poteri politici clientelari».
«Ai magistrati del Distretto di Catanzaro, la cui serenità e indipendenza siamo certi non saranno turbate in alcun modo - concludono Mariagrazia Arena e Paola D'Ovidio - va la convinta solidarietà di Magistratura indipendente per le difficili condizioni di lavoro in cui quotidianamente esercitano la giurisdizione a fronte dell'inadeguatezza delle piante organiche, dell'insufficienza del personale amministrativo e della scarsità delle risorse».