La difesa del procuratore ha chiesto anche le dimissioni del ministro Bonafede: «Si continua a infierire in violazione delle più elementari regole di civiltà giuridica»
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Uno "scarno provvedimento" del ministero della Giustizia è stato trasmesso al procuratore Otello Lupacchini con il quale «gli è intimato di prendere immediatamente servizio a Torino, presso la Procura Generale, ove gli è chiesto di recarsi tra il 29 e il 31 gennaio».
Lo rende noto l'avvocato Ivano Iai, difensore del magistrato, affermando che si tratta di un «provvedimento gravissimo, in deroga alla disciplina vigente, adottato per finalità esclusivamente politiche, e per nulla afferenti alla funzione giudiziaria svolta, nei confronti del magistrato Lupacchini, verso il quale si continua a infierire in violazione delle più elementari regole di civiltà giuridica».
Al documento, osserva il legale, «non è allegato il decreto del ministro della Giustizia, allo stato ignoto, né è a esso acclusa alcuna motivazione circa l’urgenza, che non viene portata a conoscenza dell’interessato, soprattutto al fine dell’impugnazione e, comunque, indispensabile per comprendere le ragioni di una sollecitudine tanto insolita e al tempo stesso non casuale».
«La difesa del dottor Lupacchini - prosegue la nota dell'avvocato Iai - affronta, oggi, la difficoltà di chi opera in un contesto nel quale sono cancellate o mortificate le ragioni difensive e l’esplicazione che di esse garantisce la copiosa interpretazione e applicazione dell’articolo 24 della Costituzione».
Alla luce di ciò, sabato prossimo a Catanzaro l’inaugurazione del corrente anno giudiziario si svolgerà «senza il procuratore generale», prosegue l'avvocato, ricordando che a Lupacchini, «che vive da tempo sotto scorta ed è attualmente esposto a una campagna mediatica di indiscriminata e inaudita violenza che alimenta e accresce il pericolo, già elevato, per l’incolumità personale, risulta, così, applicata una nuova e ulteriore censura sulla relazione che avrebbe dovuto tenere in siffatta occasione istituzionale».
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, conclude la nota, «che aveva presentato al Csm una richiesta cautelare di trasferimento del magistrato avente natura politica e disseminata di errori perfino grammaticali, risponda pubblicamente sugli esiti delle denunce invitategli dal procuratore generale di Catanzaro Lupacchini e, immediatamente dopo, si dimetta da un ufficio per ricoprire il quale occorrono, oltre che imparzialità e trasparenza, misura e buon senso».