È l’ennesimo efferato delitto quello che si è consumato nella serata di ieri nel quartiere alla periferia nord di Reggio Calabria. Un vero e proprio agguato a Francesco Catalano freddato nel cortile del suo condominio mentre era ancora a bordo dell'auto
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È già passato nella mani dei pm della Direzione distrettuale antimafia reggina il fascicolo sull’omicidio di Francesco Catalano, 50 anni, freddato ieri sera intorno alle ore 20, con quattro colpi di pistola alla testa. “Cicciu u bombularu”, questo il suo soprannome, era appena rientrato a casa, ubicata nel condominio “Il glicine” ad Arghillà sud, quartiere alla periferia nord della città. Non ha fatto neanche in tempo a parcheggiare la propria auto, una fiat Seicento di colore grigio, che i killer lo hanno freddato in quello che appare come un vero e proprio agguato di stampo mafioso.
Gli uomini della polizia scientifica hanno lavorato tutta la notte per eseguire i rilievi sull’auto di Catalano alla ricerca di qualsiasi elemento utile che possa ricondurre agli esecutori del delitto. Ad indagare sono invece, gli agenti della Squadra Mobile, diretta da Francesco Rattà, che sul posto hanno già provveduto a sentire i familiari della vittima. Il medico legale Mario Matarazzo ha provveduto ad eseguire una prima ispezione esterna sul corpo di Catalano e a breve verrà incaricato dalla Procura, retta da Giovanni Bombardieri, ad eseguire l’autopsia.
La vittima aveva dei precedenti penali in quanto già coinvolto nell'operazione “Vertice”. Era ritenuto infatti, vicino alla cosca Condello e gestiva una rivendita di gas nel vicino quartiere di Gallico. Il delitto si incastrerebbe proprio nella lotta intestina tra i clan di Archi e Gallico che da tempo sta insanguinando la periferia nord reggina. Esattamente un anno fa veniva ucciso a Gallico superiore, da almeno due uomini, Pasquale Chindemi, ritenuto affiliato alla cosca Condello, in particolare appartenente al gruppo degli Araniti. Sempre a Gallico, la sera del 15 marzo dello scorso anno, si registrò un altro agguato in cui perse la vita la 47enne Fortunata Fortugno, ma il vero bersaglio dei killer era Demetrio Logiudice, esponente dell’omonima cosca legato ai clan di Archi.
Per questo delitto nei mesi scorsi è stato arrestato proprio il figlio di Chindemi, Paolo, 29 anni, insieme ad altri soggetti. Proprio a causa dell’acuirsi di quella che assume, sempre di più, i connotati di una faida mafiosa, a breve il prefetto reggino, Michele Di Bari, convocherà un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica con le forze dell’ordine e la magistratura.
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