L'inchiesta Recovery approda alla fase dell'udienza preliminare. Inizia oggi nell'aula bunker di Catania, il nuovo step procedimentale nel quale dovranno comparire gli imputati coinvolti nella maxi inchiesta della Dda di Catanzaro, contro una sospetta associazione a delinquere dedita al narcotraffico.

Giudice, pm e avvocati nella giornata di ieri hanno attraversato lo Stretto di Messina per dirigersi verso una delle città più belle dell'Isola siciliana. Catania, tuttavia, è una sede osteggiata soprattutto dall'avvocatura che, in più momenti e in vari modi, formali e sostanziali, ha ribadito disappunto per la decisione della Corte d'Appello di Catanzaro di sconfinare questo procedimento penale in Sicilia, per mancanza di un'aula idonea a contenere il gran numero di partecipanti.

In condizioni diverse, l'udienza preliminare di Recovery si sarebbe tenuta nell'aula bunker di Lamezia Terme che tutto è tranne la sede naturale del processo. Come ricordato, la norma è prevista dal Codice. Ma esigenze di pubblica sicurezza e altri motivi ricadenti nell'operatività della procura generale di Catanzaro, hanno costretto tutte le componenti processuali a lasciare la Calabria per trasferirsi in un altro luogo diverso dal tribunale di Catanzaro.

La speranza di tutti è che l'udienza preliminare, rispettando le garanzie previste dalle norme, abbia una durata inferiore ai tempi normali di svolgimento della fase antecedente al processo ordinario o processo abbreviato.

Recovery e l'udienza preliminare, nota della Camera Penale di Cosenza

La Camera Penale di Cosenza, in una nota, ha richiamato i motivi della protesta già diffusi nelle delibere di astensione adottate dall'associazione cosentina, dal Coa di Cosenza e dal coordinamento delle Camere penali calabresi. «Abbiamo preso atto delle Sue dichiarazioni in occasione dell'inaugurazione dell’Anno Giudiziario, nelle quali ha evidenziato le difficoltà e i disagi imposti all'Avvocatura e a tutte le parti processuali dal nomadismo giudiziario. Lei ha affermato: “Mi sento solidale con gli avvocati per le difficoltà e i disagi che lo spostamento dei processi dalle sedi naturali inevitabilmente comporta … a tutti loro, dunque, la mia solidarietà” Ma, Presidente, è giunto il momento di tradurre la solidarietà in azioni concrete».

«Domani, 31 gennaio (oggi ndr), tutte le parti processuali - imputati, parti offese, l’intero Foro di Cosenza, Giudice e Pubblico Ministero dei rispettivi uffici giudiziari di Catanzaro, nonché un intero ufficio di cancelleria della sezione penale di Catanzaro - dovranno spostarsi da Catanzaro a Catania, per celebrare un’udienza preliminare in una sede che non è quella naturale del processo n. 3942/22 “Recovery”. Tutto questo, in un’epoca in cui la presenza dell’imputato detenuto è ridotta a una sorta di ologramma appena visibile su un monitor», si legge nel documento a firma degli avvocati Alessandra Adamo, Valentina Spizzirri, Domenico Caputo, Angelo Nicotera, Petro Sammarco, Sergio Sangiovanni, Francesco Santelli, Gabriele Posteraro e Roberto Le Pera.

Recovery, «un attacco alla Costituzione»

«Nell’aula di Catania, si consumerà un grave attacco alla Carta costituzionale e in particolare all’articolo 111, comma 3, che sancisce il diritto dell’imputato a un giusto processo e alla piena tutela del proprio diritto di difesa. Questo esodo forzato comporterà non solo un’ingiustizia processuale ma anche un onere economico insostenibile per gli imputati, minando alla base quella parità di armi tra accusa e difesa, un principio che era – e deve rimanere – il pilastro del giusto processo», continuano i penalisti.

Una Calabria giudiziaria fuori dalla Costituzione?

«Illustri Presidente e Giudice dell’udienza preliminare, se questo processo dovesse continuare a celebrarsi a Catania, tutto quanto proclamato nell’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario rischierebbe di risultare un semplice esercizio retorico, privo di reale impatto. Se questo processo dovesse rimanere lontano dalla sua sede naturale, si configurerebbe una Calabria giudiziaria fuori dalla Costituzione. Siamo ancora in tempo per impedire che questo esodo diventi una vergogna nazionale per una regione che è terra di legalità e che, proprio per questo, non può tollerare di essere l’unica in Italia in cui il diritto a un giusto processo sia ancora oggi sacrificato al nomadismo giudiziario», aggiunge la Camera Penale di Cosenza.

«Facciamo rientrare il processo nella sua sede naturale, Illustri Presidente e Giudice dell’udienza preliminare, riportiamo insieme il processo nella sua sede naturale. Solo così potremo sentirci orgogliosi di restare nelle aule di giustizia, tenendo stretta tra le mani la nostra Costituzione», conclude la nota.

I nomi degli imputati

Cosimo Abbruzzese alias "Cocchino" - difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Gaetano Maria Bernaudo

Emanuele Apuzzo - difeso dagli avvocati Giuseppe Malvasi e Filippo Cannata

Salvatore Ariello - difeso dagli avvocati Fiorella Bozzarello e Luca Cianferoni

Luigi Avolio - difeso dagli avvocati Raffaele Brescia e Cesare Badolato

Bruno Bartolomeo - difeso dall'avvocato Mario Scarpelli

Giuseppe Bartolomeo - difeso dall'avvocato Ruggero Pio Micieli De Biase

Gaetano Bartone - difeso dall'avvocato Francesco Chiaia

Federica Bartucci - difesa dagli avvocati Giuseppe e Marcello Manna

Antonio Basile - difeso dagli avvocati Tanja Argirò e Luca Acciardi

Toni Berisa - difeso dall'avvocato Evis Sema

Enzo Bertocco - difeso dall'avvocato Maurizio Nucci

Antonio Bevilacqua alias "Il Topo" - difeso dagli avvocati Luigi Luppino e Domenico Caputo

Armando Bevilacqua - difeso dall'avvocato Domenico Caputo

Leonardo Bevilacqua - difeso dall'avvocato Rossana Cribari

Luca Bevilacqua - difeso dall'avvocato Giuseppe Malvasi

Carlo Bruno - difeso dall'avvocato Cristian Cristiano

Dimitri Bruno - difeso dall'avvocato Cristian Cristiano

Umberto Cacozza - difeso dall'avvocato Fiorella Bozzarello

Bruno Francesco Calvelli - difeso dall'avvocato Aldo Zagarese

Guerino Campobasso - difeso dall'avvocato Angelo Pugliese

Antonio Capitano - difeso dall'avvocato Rossana Cribari

Luigia Capitano - difeso dall'avvocato Pasquale Marzocchi

Antonio Caputo detto "Totonno" - difeso dall'avvocato Mario Scarpelli

Antonio Francesco Caputo - difeso dall'avvocato Antonio Quintieri

Vincenzo Caputo - difeso dall'avvocato Antonio Quintieri

Augusto Cardamone - difeso dall'avvocato Giuseppe De Marco

Giuseppe Carolei - difeso dall'avvocato Gianpiero Calabrese

Simone Carrieri - difeso dagli avvocati Francesco Porto e Francesco Siciliano

Giuliano Caruso - difeso dall'avvocato Elide Chiappetta

Stefano Casole - difeso dall'avvocato Sergio Sangiovanni

Luisiana Castiglia - difesa dagli avvocati Filippo Cinnante e Maurizio Nucci

Michael Stephen Castorina - difeso dall'avvocato Vincenzo Vitello

Giuseppe Chianello - difeso dall'avvocato Angela Caputo

Daniel Chimenti - difeso dagli avvocati Mauro Gaudio e Carmela Taranto

Domenico Chimenti detto Pettinicchio - difeso dall'avvocato Carlo Esbardo

Elmiro Chimenti - difeso dall'avvocato Amabile Cuscino

Fabio Ciarlo - difeso dall'avvocato Filippo Cinnante

Egidio Cipolla - difeso dall'avvocato Ugo Ledonne

Fabiano Ciranno - difeso dagli avvocati Giancarlo Greco e Cesare Badolato

Cesare Conte - difeso dall'avvocato Fiorella Bozzarello

Umberto Franco Conforti - difeso dagli avvocati Cristian Cristiano e Marcello Manna

Agnese Crocco - difesa dall'avvocato Antonella Baffa

Enrico Dattis - difeso dagli avvocati Giovanni Carlo Tenuta e Nicola Rendace

Marco D'Alessandro - difeso dall'avvocato Gianluca Garritano

Fatjona Dalipaj

Adolfo D'Ambrosio detto "Bomber" - difeso dall'avvocato Cesare Badolato

Pamela D'Ambrosio - difesa dall'avvocato Cristian Cristiano

Andrea D'Elia - difeso dall'avvocato Cristian Bilotta

Attilio D'Elia detto "Christian" - difeso dall'avvocato Roberta Provenzano

Massimiliano D'Elia - difeso dall'avvocato Fiorella Bozzarello

Valentino De Francesco - difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Antonio Quintieri

Francesco De Grandis - difeso dall'avvocato Ugo Ledonne

Maurizio Della Cananea - difeso dall'avvocato Giuseppe De Marco

Francesco Costantino De Luca - difeso dagli avvocati Angelo Pugliese e Michele Franzese

Simone De Marco - difeso dall'avvocato Giuseppe Malvasi

Pietro De Mari detto Coccobill - difeso dagli avvocati Rossana Cribari e Pasquale Mazzocchi

Maria De Rose - difeso dall'avvocato Cristian Cristiano

Mattia De Rose - difeso dall'avvocato Cristian Cristiano

Armando De Vuono - difeso dall'avvocato Matteo Cristiani

Vanessa De Vuono - difesa dagli avvocati Matteo Cristiani e Alessandra Lavalle

Michele Di Puppo - difeso dagli avvocati Angelo Pugliese e Gianluca Garritano

Paolo Elia - difeso dagli avvocati Carmine Curatolo e Giovanni Maria Cirio

Immacolata Erra - difesa dall'avvocato Mario Scarpelli

Manuel Esposito - difeso dall'avvocato Ugo Ledonne

Milva Esposito - difesa dall'avvocato Antonio Quintieri

Gianluca Fantasia - difeso dall'avvocato Maurizio Nucci

Simone Ferrise - difeso dall'avvocato Laura Gaetano

Marco Foggetti - difeso dall'avvocato Luca Acciardi

Danilo Forte - difeso dall'avvocato Cesare Badolato

Riccardo Gaglianese

Luigi Antonio Garofalo - difeso dall'avvocato Francesco Garofalo

Michele Gedeone - difeso dall'avvocato Giuseppe Malvasi

Francesco Gentile - difeso dall'avvocato Luigi Gullo

Pasquale Germano - difeso dall'avvocato Fiorella Bozzarello

Claudio Giannini - difeso dall'avvocato Enzo Belvedere

Cristian Giordano - difeso dall'avvocato Gianpiero Calabrese

Giuseppe Gozzi - difeso dall'avvocato Crisian Cristiano

Francesco Greco - difeso dall'avvocato Michele Gigliotti (collaboratore di giustizia)

Paolo Greco - difeso dall'avvocato Francesco Gelsomino

Francesco Grupillo - difeso dall'avvocato Franz Caruso

Francesco Guarnieri - difeso dall'avvocato Aurora Sangermano

Salvatore Guido - difeso dagli avvocati Giorgia Greco e Tanja Argirò

Silvia Guido - difesa dagli avvocati Giorgia Greco e Tanja Argirò

Pier Paolo Guzzo - difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Gaetano Maria Bernaudo

Antonio Illuminato - difeso dall'avvocato Fiorella Bozzarello

Salvatore Imbrogno - difeso dall'avvocato Tanja Argirò

Francesco La Cava - difeso dall'avvocato Pier Paolo Emanuele

Giuseppe La Cava - difeso dall'avvocato Angelo Nicotera

Salvatore La Cava - difeso dall'avvocato Pietro Bertone e Michelangelo Russo

Francesco Le Piane - difeso dall'avvocato Andrea Sarro

Rolando Liguori - difeso dall'avvocato Piergiuseppe Cutrì

Carmine Lio - difeso dall'avvocato Natasha Gardi

Giuseppe Longo - difeso dall'avvocato Stefano Gambaro

Massimiliano Lo Polito - difeso dall'avvocato Angelo Pugliese

Nadia Lo Polito - difesa dall'avvocato Ugo Ledonne

Marco Lucanto - difeso dall'avvocato Fiorella Bozzarello

Luciano Lupo

Barbara Marchiotti - difeso dall'avvocato Filippo Cinnante

Francesco Marchiotti - difeso dall'avvocato Filippo Cinnante

Pietro Mazza - difeso dall'avvocato Maurizio Nucci

Alessandro Mazzei - difeso dall'avvocato Giovanna Mazzei

Pietro Mazzei - difeso dall'avvocato Ernesto Gallo

Alessandro Meduri - difeso dall'avvocato Maurizio Nucci

Filippo Meduri - difeso dall'avvocato Maurizio Nucci

Francesco Meduri - difeso dall'avvocato Maurizio Nucci

Pietrangelo Meduri - difeso dall'avvocato Maurizio Nucci

Ottavio Mignolo - difeso dall'avvocato Andrea Sarro

Daniela Monaco - difesa dall'avvocato Matteo Cristiani

Kevin Montalto - difeso dall'avvocato Giorgia Greco

Ivan Montualdista - difeso dall'avvocato Angelo Pugliese

Alessandro Morrone (1988) - difeso dall'avvocato Giuseppe De Marco

Antonio Morrone - difeso dall'avvocato Ilaria Commis

Giuseppe Morrone - difeso dall'avvocato Antonio Quintieri

Francesco Mosciaro - difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Aldo Iirillo

Attilio Mustica - difeso dall'avvocato Francesca Abbruzzese

Tatjana Natale - difesa dall'avvocato Angelo Nicotera

Stefano Noblea - difeso dall'avvocato Roberta Amendola

Luisa Rosanna Occhiuto - difesa dall'avvocato Filippo Cinnante

Pamela Falvo Occhiuto - difeso dall'avvocato Filippo Cinnante

Filippo Occhiuzzo - difeso dall'avvocato Rossana Cribari

Antonio Parise - difeso dall'avvocato Amabile Cuscino

Roberto Pasqua - difeso dall'avvocato Giuseppe Malvasi

Christian Pati - difeso dall'avvocato Angelo Pugliese

Karin Pati - difesa dall'avvocato Angelo Pugliese

Rosina Pati - difesa dall'avvocato Cristian Cristiano

Salvatore Pati - difeso dall'avvocato Angelo Pugliese

Francesco Patitucci - difeso dagli avvocati Laura Gaetano e Giuseppe Manna

Patrick Patitucci - difeso dall'avvocato Angiolino Franco

Antonella Pescatore - difesa dall'avvocato Antonella Rizzuto

Richelmo Picarelli

Giada Pino - difeso dall'avvocato Antonio Quintieri

Vittorio Pino - difeso dall'avvocato Antonio Quintieri

Mario "Renato" Piromallo - difeso dall'avvocato Luca Acciardi

Aurelio Pittino - difeso dall'avvocato Francesco Galluzzo

Roberto Porcaro - difeso dall'avvocato Mario Scarpelli

Diego Porco - difeso dagli avvocati Marcello Manna e Giuseppe Manna

Angelina Presta - difesa dagli avvocati Mario Scarpelli e Gianluca Garritano

Massimiliano Presta - difeso dall'avvocato Rosa Rita Giampetruzzi

Manuel Prezioso - difeso dall'avvocato Sabrina Pugliese

Luigi Joi Principato - difeso dall'avvocato Gianpiero Calabrese

Giuseppe Provenzano detto Tolli Tolli - difeso dall'avvocato Filippo Cinnante

Andrea Pugliese - difeso dall'avvocato Antonio Ingrosso

Simona Pugliese - difesa dall'avvocato Antonio Ingrosso

Cesare Quarta - difeso dall'avvocato Antonio Quintieri

Paolo Recchia - difeso dall'avvocato Cristian Cristiano

Michele Rende - difeso dagli avvocati Rossana Cribari e Pasquale Marzocchi

Luigi Ricca

Anna Dina Ruà - difesa dall'avvocato Maurizio Nucci

Natale Ruà - difeso dall'avvocato Maurizio Nucci

Andrea Rudisi - difeso dall'avvocato Mario Scarpelli

Michele Rudisi - difeso dall'avvocato Mario Scarpelli

Franco Scorza - difeso dagli avvocati Armando Sabato e Marco Bianco

Antonio Segreti - difeso dagli avvocati Mario Scarpelli e Antonio Quintieri

Carmelo Silano detto "zio Mario" - difeso dall'avvocato Giuseppe Perri

Antonio Sirangelo - difeso dall’avvocato Fabio Parise

Mario Sirangelo - difeso dall’avvocato Fabio Parise

Alfredo Sirufo - difeso dall'avvocato Antonio Ingrosso

Gianfranco Sganga - difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Maurizio Nucci

Giuseppe Spagnolo - difeso dall'avvocato Roberto Coscia

Mattia Namik Sposato - difeso dall'avvocato Pasquale Filippelli

Francesco Strangio - difeso dall'avvocato Pietro Bartone

Giuseppe Trimboli - difeso dall'avvocato Pietro Barone

Luca Trotta - difeso dall'avvocato Guido Siciliano

Alberto Turboli - difeso dagli avvocati Maurizio Nucci e Luca Acciardi

Danilo Turboli - difeso dall'avvocato Antonio Quintieri

Francesco Verta - difeso dall'avvocato Luigi Bonofiglio

Francesco Viapiana - difeso dall'avvocato Domenico Bove

Giuseppe Violi - difeso dall'avvocato Giuseppe Alvaro

Salvatore Zungri - difeso dall'avvocato Giovanni Marchio

William Zupo - difeso dall'avvocato Angelo Pugliese