Gli occhi colmi di lacrime di Elsa Tavella, le battaglie per il lavoro, le morti sulle strade. Il 2019 porta con sé drammi ma anche storie di speranza
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Un anno di vite spezzate, di corpi mai trovati, di bimbi mai nati e bimbi maltrattati. Un anno di donne sopravvissute all'odio dei propri uomini, un anno di ingiustizie, di barriere architettoniche. Un anno di lotte, per avere perso il lavoro, la casa, la salute.
Ricorderemo quegli occhi blu colmi di lacrime di Elsa Tavella. Suo figlio Francesco è scomparso una sera di ottobre dalla sua casa di Filandari, nel Vibonese. È stato ucciso e gettato chissà dove. Gli autori dell'omicidio sono stati arrestati, ma il corpo mai ritrovato. Quel corpo che merita una degna sepoltura.
E come non ricordare le lacrime di nonno Tommaso. Avrebbe voluto abbracciare suo nipote Domenico, il bimbo nato morto allo Jazzolino di Vibo Valentia. Una perdita che ha segnato un'intera comunità, quella di Favelloni di Cessaniti che si è stretta attorno alla famiglia colpita dall’immane tragedia.
Stavano rientrando dall’ennesimo viaggio della speranza Teresa e sua figlia Caterina, madre e figlia di Brattirò, nel Vibonese, morte in un incidente stradale. Aveva 25 anni, Caterina. Lottava contro un tumore. Ha perso la sua battaglia sulla A30 Caserta-Salerno.
Un 2019 funestato da troppe tragedie. Come quella che ha colpito la comunità di Soriano. Era l'alba del 23 giugno quando sulla trasversale delle Serre nello scontro tra un'auto ed un furgone, morivano tre giovani di Soriano tra i 18 e i 22 anni. Pochi mesi dopo. Era il 5 ottobre quando in uno schianto frontale tra due auto perdevano la vita 4 ragazzi di Cosenza. Avevano tra i 18 e i 19 anni.
Vite spezzate. Come quelle dei tre pompieri morti nello scoppio di una cascina nell’Alessandrino. Una delle vittime era di Reggio Calabria. Aveva 32 anni. Si chiamava Nino Candido. È rientrato nella sua città in una bara avvolta dalla bandiera tricolore.
E vite miracolate. Come quella di Maria Antonietta Rositani, la 42enne di Reggio Calabria, sopravvissuta alla furia omicida dell’ex marito che le ha dato fuoco. L’immagine dell’auto avvolta dalle fiamme resterà impressa nel ricordo di ognuno. Era il 12 marzo. Da allora la donna è ricoverata al policlinico di Bari per le gravi ustioni riportate sul 50% del corpo.
Vite svuotate. Come quella di Pino, rinchiuso nel manicomio di Girifalco all'età di 9 anni. Era sano, nessuna patologia. Eppure in quel manicomio l’uomo ha trascorso 32 anni della sua vita.
Storie di chi ha avuto una seconda chance. Come Lorenzo, 9 anni guarito da un tumore al cervello. Sua madre Valentina oggi ha deciso di dedicare la sua vita al sostegno per la ricerca scientifica.
Stesso percorso che hanno intrapreso le ragazze di Vibo in rosa che aiutano le donne affette dal tumore al seno.
Abbiamo raccontato la storia d'amore di un uomo di Serra San Bruno che ha donato il rene alla moglie.
E poi le storie che hanno indignato. Storie di bambini maltrattati. È successo di nuovo. In una scuola primaria di Zungri. La madre di Lorenzo ha riconosciuto suo figlio dalle immagini trasmesse in tv. Qualche mese dopo la storia si è ripetuta in un asilo di Cariati. Anche in quel caso le mamme hanno scoperto i maltrattamenti attraverso i video trasmessi in tv.
Storie di coraggio e di resistenza. Come quella di Massimiliano, che ogni giorno lotta per una città senza barriere architettoniche. Una città a misura di tutti.