È la denuncia di Autonomie locali italiane, che chiede di rimediare in considerazione dell’importanza del presidio ospedaliero per una vasta area interna
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«Il piano di emergenza attivato dalla Regione Calabria, che prevede il potenziamento di alcune strutture sanitarie sul territorio per la gestione del rischio epidemiologico da COVID-19, ha escluso il presidio ospedaliero del Comune di Acri». Così Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e Presidente nazionale Ali - Autonomie locali italiane.
«Nel piano di emergenza regionale, che prevede l'attivazione di 90 posti di terapia intensiva e 310 di terapia sub intensiva in Calabria, sono state escluse le aree interne – continua Ricci -. La scelta di non inserire il presidio ospedaliero di Acri nel Piano di Emergenza Sanitaria attivato dalla Regione Calabria risulta una distrazione non accettabile se si considera come lo stesso presidio sia strategico per una vasta area interna».
L’Ali chiede dunque che si rimedi all’errore, nell’ interesse della sanità pubblica e della salute dei cittadini.
«Ritenendo necessario intervenire – conclude - per porre rimedio ad una scelta inopportuna e contro l'interesse della popolazione in una situazione di gravissima emergenza sanitaria, molti Comuni stanno aderendo alla richiesta inoltrata dal Sindaco di Acri, Pino Capalbo, insistendo sul bisogno di garantire la migliore organizzazione sanitaria per fronteggiare le conseguenze devastanti della diffusione del COVID-19 che, come purtroppo sappiamo, ancora non ha raggiunto il suo picco ed è in rapida diffusione anche nel territorio calabrese».