Dopo aver confermato l’immunizzazione di alcuni dipendenti regionali in deroga alle direttive nazionali, censura quanto successo a Luzzi, nel Cosentino, dove è stato somministrato il siero al figlio 27enne del segretario comunale (ASCOLTA L'AUDIO)
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Due pesi, due misure. Ancora una volta la Calabria si suicida in diretta televisiva sull'altare di un doppio moralismo e ancora protagonista è un commissario ad acta. Dopo la fatale intervista rilasciata da Saverio Cotticelli, che gli è costata le dimissioni; questa sera è andato in scena il suo successore che ha provato a giustificare alla trasmissione "Non è l'Arena" la controversa decisione di vaccinare i 54 dipendenti del dipartimento Tutela della Salute.
Longo vaccina il suo staff
La disposizione interna firmata, appunto, dal commissario ad acta, Guido Longo, risale alla scorsa settimana e fa seguito ad un caso di contagio avvenuto negli uffici del dipartimento Sanità. Longo autorizza la vaccinazione dei suoi dipendenti derogando però le disposizioni nazionali impartite dal commissario straordinario dell'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, che assegna priorità alle categorie più esposte a rischio: over 80 e fragili.
Doppia morale
Tuttavia, il commissario in diretta televisiva conferma la sua scelta giustificandola con una esposizione al rischio derivante dalle quotidiane riunioni tenute con le aziende sanitarie e ospedaliere regionali. Nei fatti, i dipendenti del dipartimento Tutela della salute non hanno diritto attualmente alla vaccinazione ma non manca, il commissario, di censurare quella avvenuta nel comune di Luzzi, in provincia di Cosenza.
Il caso di Luzzi
La trasmissione televisiva documenta, infatti, la vaccinazione di un 27enne non rientrante in alcuna categoria autorizzata ma beneficiario del siero solo per essere il figlio del segretario comunale. Quest'ultimo - raggiunto da una giornalista della trasmissione - giustifica la circostanza con la necessità di non sprecare il vaccino a fine giornata. Il figlio lo aveva accompagnato e si trovava ancora con lui quando si è deciso di vaccinare i presenti.
Vaccini a tutti i dipendenti regionali
Ma vi è di più, in spregio a qualsiasi disposizione nazionale il commissario conferma la volontà di sottoporre a vaccinazione i dipendenti degli altri dipartimenti della Regione Calabria se gli sarà richiesto. La giustificazione in questo caso davvero non regge: «Condividono gli stessi spazi» afferma Longo ma in verità la scelta è obbligata. Dopo la vaccinazione del suo staff sono infatti insorti gli impiegati regionali e il sindacato Csa Cisal che ha chiesto spiegazioni di questa decisione. E in studio c'è chi non manca di sottolineare la contradditorietà delle sue dichiarazioni: anche le altre Regioni potrebbero allora imboccare la stessa strada dal momento che il dipartimento Sanità organizza continue riunioni con i rappresentati degli ospedali. E Longo annuisce, per lui il discorso non fa una piega.