Si tratta di immobili siti sul terriorio di Santa Maria del Cedro e Tortora. Erano stati acquistati da tre imprenditori campani a cui il traffico illecito dei rifiuti ha fruttato un vero e proprio impero
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Probabilmente ai calabresi i tre fratelli Cuono, Giovanni e Salvatore Pellini risulteranno degli sconosciuti, eppure gli imprenditori campani in Calabria avevano messo tenda da tempo per reinvestire il denaro sporco, frutto di illeciti nel settore dei rifiuti. E' quanto emerge dalla lista dei beni mobili e immobili (un patrimonio da ben 222 milioni di euro) confiscati agli imprenditori di Acerra qualche giorno fa. Nel lungo elenco, infatti, risultano anche appartamenti e ville anche nei Comuni di Tortora e Santa Maria del Cedro, due tra le più rinomate località balneari del Tirreno cosentino.
Traffico di rifiuti e disastro ambientale
La confisca è stata disposta dalla seconda sezione del tribunale misure di prevenzione di Napoli e ha decimato l'enorme patrimonio dei Pellini, ribattezzati dai media locali i "Re Mida" del traffico di rifiuti nel Napoletano. La requisizione è stata disposta a due anni dalla condanna definitiva per disastro ambientale aggravato, emessa il 17 maggio 2017 dalla Corte di Cassazione, a cui era seguito il sequestro preventivo dei beni da parte della Dda.
Un impero milionario
Il traffico illecito di rifiuti, negli anni, ai fratelli di Acerra Cuono, Giovanni e Salvatore Pellini ha fruttato un vero e proprio impero. La confisca riguarda 4 aziende di smaltimento, 68 appezzamenti di terreno, 50 tra auto, moto di lusso e autoveicoli industriali, 49 rapporti bancari, 3 elicotteri e 250 fabbricati, sparsi in tutta Italia. E' tra questi ultimi che risultano anche gli appartamenti e le ville, distribuiti in egual misura, nei Comuni di Tortora e Santa Maria del Cedro. Secondo la magistratura i Pellini e i loro famigliari li utilizzavano per trascorrere le vacanze o li davano in affitto, per lo più durante la stagione estiva. Soldi sporchi che fruttano altri soldi. Un circolo vizioso che ha consentito agli imprenditori campani di investire nel mattone e comprare case ad Acerra, San Felice Circeo, Agropoli, Roma, Caserta e Pomigliano. Secondo quanto riportano i media locali, sono finiti nella mani dello Stato anche una pasticceria a Marigliano e un distributore di benzina a Ceprano, in provincia di Frosinone.