«Noi non mandiamo mai via i pazienti, anzi ci sacrifichiamo per dare risposte all’utenza». Il direttore dell’U.O. di Radiologia dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, Adolfo Siciliani, tiene a precisare i fatti riportati in una lettera inviata alla nostra redazione e pubblicata sulla testata, in merito al rinvio di una Tac di controllo su un paziente oncologico. A scrivere era stata la figlia dell’uomo, lamentando il fatto che dopo lunghe ore di attesa, il padre non fosse riuscito a sottoporsi all’esame.

La Tac, spiega Siciliani, non è stata eseguita per proteggere il paziente che «aveva avuto una anamnesi di allergia al mezzo di contrasto e in precedenti esami, nonostante avesse fatto la terapia desensibilizzante, aveva avuto delle reazioni. Quindi la collega presente, giustamente ritengo, per evitare problemi al paziente ha ritenuto di rinviare l’esame, non essendoci anestesisti disponibili perché impegnati in altre urgenze».

Il rischio, spiega il responsabile della Radiologia del San Giovanni di Dio, è che si potesse verificare uno shock anafilattico. Dunque si è trattato di un «eccesso di zelo, per poter tutelare il paziente» che, tra l’altro, sarebbe anche stato tranquillizzato dal personale presente, ricevendo le dovute spiegazioni.

Siciliani difende anche l’operato della dottoressa in servizio quel giorno – «è un’ottima professionista, preparata, coscienziosa» - ma non nasconde la sua amarezza per quell’ombra gettata sul reparto: «Noi stiamo facendo sacrifici, siamo tra i servizi più produttivi della Calabria ed eseguiamo un numero di esami come fossimo un ospedale Hub, nonostante siamo uno Spoke».