Continuano le attività di controllo del territorio messe in atto, da giorni, dai carabinieri di Locri, sotto la direzione generale del prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino. In particolare, a Caulonia Marina, sono stati arrestati due catanzaresi per furto aggravato in concorso di autovettura. I due, dopo aver effettuato il furto di un’utilitaria di un medico in località Siano di Catanzaro, si sono allontanati percorrendo la SS – 106 in direzione Reggio Calabria. All’altezza di Caulonia Marina, l’intervento delle forze dell’ordine ha fermato la fuga dei due uomini, già conosciuti dalla legge.

 

Un altro arresto a Marina di Gioiosa Jonica dove, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato il 25enne Femia Salvatore, in esecuzione di un ordine di esecuzione della pena, perché condannato per tentato duplice omicidio in concorso, violenza privata, accensioni ed esplosioni pericolose, ricettazione e porto e detenzione in luogo pubblico di arma clandestina. La pena da scontare è di 6 anni, 8 mesi e 3 giorni di reclusione. L’episodio risale all’ottobre 2009, quando Femia, in concorso con un altro soggetto, al fine di mettere fine alla relazione sentimentale intrattenuta tra un ragazzo del luogo e l’allora sorella minore, dapprima aggredì e malmenò il padre di questi, che era alla guida della sua autovettura insieme al proprio fratello e al figlio, per poi esplodere 9 colpi al loro indirizzo con una pistola cal. 7.65, a seguito dei quali i malcapitati riportarono gravi lesioni.

 

Il quarto arresto è stato effettuato a Gioiosa Jonica ai danni del 46enne Agostino Giuseppe, condannato per lesioni personali aggravate. La pena definitiva è di anni 2, mesi 2 e giorni 17 di reclusione. L’episodio risale al 16 luglio 2006, quando, il soggetto in questione, esplose un colpo di fucile caricato a pallettoni, ferendo gravemente un suo concittadino, successivamente trasportato presso il reparto di rianimazione dell’ospedale di Locri. Le immediate indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica e le successive risultanze investigative permisero alla Procura della Repubblica di Locri di ben delineare il movente, riconducibile a dissidi di natura privata derivanti dalla gestione di un ristorante di sua proprietà.