Il gip del Tribunale di Catanzaro, Chiara Esposito, ha applicato nei confronti di G.C, di 54 anni, di Locri, la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività di perito agrario e di imprenditore agricolo e l'esercizio della carica di componente del Consiglio di amministrazione del Gal "Terre della Locride", società cooperativa consortile, e ogni attività ad esse inerenti.

La decisione è stata adottata, a seguito di un'indagine della guardia di finanza di Catanzaro scaturita dalla denuncia della sorella dell'indagato e presentata dopo il decesso del figlio della donna, S.C., avvenuto a Locri a maggio 2019. Secondo la Procura di Catanzaro l'indagato avrebbe posto in essere due condotte penalmente rilevanti: la prima riguarda il reato di tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; l'altro reato contestato è quello di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Nel provvedimento il gip ha rilevato che «l'indagato ha tentato di indurre in errore la Regione Calabria tentando di ottenere l'erogazione indebita di denaro pubblico a nome ma ad insaputa del nipote S.C. e ha percepito l'anticipo di un finanziamento pubblico, per se stesso, producendo, in entrambi i casi, false attestazioni. Le false attestazioni del caso di specie le quali hanno causalmente indotto, o hanno tentato di indurre, la Regione Calabria in errore, sono riscontrabili, rispettivamente, nella produzione del falso contratto di locazione e nell'inoltro della domanda di finanziamento erroneamente ricondotta a S.C.».

In pratica l'indagato, secondo la Procura, ha presentato una domanda inerente un progetto Psr Calabria 2011/2020 Pacchetto Giovani, per l'erogazione «apparentemente in favore del nipote S.C., di un finanziamento per aiuto all'avviamento condotto da giovani agricoltore e per investimenti in aziende agricole in cui si insedia un giovane agricoltore per l'importo complessivo di euro 332.613,06, domanda corredata da documentazione contenente la falsa sottoscrizione del nipote».

Inoltre, sempre secondo i magistrati, il 54enne «nella duplice veste di titolare dell'azienda Dicg e tecnico, con artifici e raggiri, avrebbe indotto in errore la Regione Calabria in ordine alla disponibilità giuridica delle due particelle di terreno per la realizzazione di un impianto di serre tunnel «e dunque sulla legittimità della liquidazione del finanziamento richiesto» conseguendo «indebitamente, la somma complessiva di euro 49.998 euro».