Un’incompiuta costata milioni di euro e mai realizzata. È il nuovo palazzo di giustizia di Locri i cui lavori, dopo un alternarsi di “stop and go”, sono ripresi ufficialmente questa mattina. L’opera per troppo tempo è stata uno dei simboli dello sperpero di denaro pubblico nella Locride, un ecomostro abbandonato a sè stesso accanto alla nuovissima caserma dei carabinieri. Il suo iter amministrativo inizia negli anni Novanta quando il ministero della Giustizia aveva messo a bilancio la considerevole somma di 20 miliardi di vecchie lire, alla quale si aggiunsero 2 miliardi e 300 milioni a carico della Regione Calabria.

«Riuscire a realizzare il nuovo comparto della giustizia sarebbe davvero un fiore all’occhiello per tutto il territorio – ha espresso il procuratore di Locri Luigi D’Alessio - Viceversa sarebbe uno sconcio e una sconfitta dello Stato non riuscire a concludere i lavori neppure stavolta». «Ognuno deve fare la sua parte credendoci – è il commento del presidente del tribunale di Locri Fulvio Accurso - Tutti siamo animati dalle migliori intenzioni. È il momento di alzare la testa, rigare dritto, e concentrare tutte le nostre energie per un obiettivo comune».

Dalla posa della prima pietra è ormai trascorso oltre un decennio, ma questa sembra davvero essere la volta buona. «Mi auguro che lo sia sul serio – ha detto il Prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani - È una struttura di cui la Locride ha assolutamente bisogno. È necessario che le opere si facciano presto, bene e nella legalità. Abbiamo le energie e le intelligenze per arrivare a questi risultati».

Visibilmente soddisfatto e cautamente ottimista il sindaco di Locri Giovanni Calabrese: «Davanti ad ostacoli, insidie e vicissitudini varie non abbiamo alzato mai bandiera bianca – ha rimarcato - L'impegno e la tenacia ci hanno dato ragione ed oggi il cantiere è stato riaperto e sono ripartiti i lavori. Tanta fatica ma altrettanta soddisfazione nel vedere crescere e cambiare la città e il territorio».