VIDEO | La sua esperienza nei progetti di accoglienza raccontata in alcuni scatti: «Ogni giorno imparo qualcosa e sono felice»
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Dalla Siria a Camini ha trovato un nuovo modo di osservare e comunicare. Lui è Mohamed Alokla, nato 46 anni fa in Siria e arrivato nella Locride nel 2016 attraverso i corridoi umanitari. Attraverso la sua passione per la fotografia ha deciso di raccontare per scatti la sua esperienza nei progetti di accoglienza nel piccolo borgo dello Stilaro, diventata adesso una mostra fotografica inaugurata nei locali della Caritas diocesana di Locri. «La passione per la fotografia mi accompagna da quando ero bambino e sbirciavo il mio vicino di casa usare la sua macchina fotografica - racconta Con il tempo anche io ho potuto comprarne una tutta mia e durante il periodo della guerra ho potuto documentare ciò che succedeva intorno a me».
Mohamed in Siria ha trascorso la sua infanzia insieme ai suoi 10 fratelli e le sue 2 sorelle. Il matrimonio con Amal e i suoi 5 figli rappresentano un momento felice della sua vita. Fino al 2011 quando in guerra si ritrova subito coinvolto come volontario per aiutare le persone ferite dalle bombe e un terribile incidente alla schiena gli provoca forti dolori e difficoltà a camminare. La decisione è ormai obbligata: lasciare la Siria e spostarsi con la sua famiglia in Libano. Nel 2016 si è prospettata la possibilità di venire in Italia ed essere inseriti nel progetto di accoglienza dell'eurocoop "Jungi Mundu".
«Oggi posso dire di aver perfezionato tanto la mia tecnica fotografica grazie a diverse opportunità come il laboratorio di fotografia con Celestino Gagliardi (operatore Eurocoop), il tirocinio formativo con il fotografo Oreste Montebello e nel 2021 la partecipazione al progetto “Sguardi incrociati” promosso dall'UNAR – continua Mohamed - Sento che con la fotografia posso contribuire a dare giusto valore ad ogni singolo momento per bloccarlo nella memoria personale e collettiva. Ogni giorno imparo qualcosa e sono felice di poter comunicare con i miei scatti la varietà dei sentimenti sul volto umano, la bellezza in tutte le sue forme, la vibrante confusione delle stradine acciottolate di un borgo che profuma di multiculturalità».
Soddisfatto anche il presidente della Caritas diocesana di Locri Carmen Bagalà: «Siamo molto contenti perché questo progetto ha dato la possibilità ai beneficiari di avere delle possibilità nuove e differenti in questo territorio – sostiene - ma perché ci ha dato la possibilità di apprendere tante storie di persone che altrimenti non avremmo mai potuto conoscere».