Oddio, lo squalo no! Passino le meduse, ma lo squalo proprio no, che spaventa i turisti, gli stessi che magari su Rete 4 hanno appena visto la milionesima replica del film di Spielberg del 1975. Gente decisamente impressionabile, probabilmente convinta che il mare ideale sia popolato solo da spugne parlanti che lavorano in fast food sottomarini e pesci pagliaccio di nome Nemo, pronta a rinunciare a una vacanza perché ha sentito dire che in Calabria nuotano impuniti gli squali.

 

Questa sembra essere l’immagine del potenziale turista che si è fatta il sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che ha denunciato la diffusione virale di una “quasi” fake news ripresa anche dalla stampa nazionale. I fatti sono recenti. Un filmato caricato sul portale video Youreporter, controllato dal gruppo Rizzoli - Corriere della Sera, riporta l’avvistamento a pochi passi dal bagnasciuga di una verdesca, squalo innocuo e molto comune nel Mediterraneo, che suo malgrado finisce spesso sui banchi delle pescherie, magari spacciato per pesce spada o tonno.
Nel breve testo che accompagna il video si legge che l’incontro ravvicinato tra bagnanti e il disorientato pesce sarebbe avvenuto sul litorale di Catona, quartiere di Reggio. Notizia inesatta, perché - come scritto dal nostro giornale lunedì scorso - il video è stato caricato la prima volta su Youtube il 18 giugno e si riferisce, almeno secondo quanto riportato dall’autore della clip, a un avvistamento avvenuto a Sibari, in provincia di Cosenza.

 

 

Dunque Falcomatà ha ragione quando precisa che con Reggio quella verdesca impaurita non ha nulla a che fare. Non si comprende però il tono bellicoso del sindaco quando promette addirittura azioni legali nei confronti dei giornali che sono caduti in errore, accusandoli di “procurato allarme” e di aver allontanato i turisti. E dove sarebbe l’allarme? Ma davvero esiste qualcuno disposto a rinunciare alla propria vacanza a Reggio perché ha creduto di vedere su Internet un bellissimo e innocuo animale nuotare nel mare dello Stretto? E chi vorrebbe incontrare questo illuminato turista quando si immerge nel mare pulito, la Sirenetta di Disney?

 

Ma Falcomatà va addirittura oltre, affermando che vicende come questa contribuiscono a rilanciare un’immagine negativa della città, stravolgendo completamente il senso che il raro avvistamento di un animale selvatico dovrebbe avere. Un messaggio questo sì negativo e deleterio, perché giustifica indirettamente il dominio assoluto dell’uomo sulla natura, vista come un pericolo e non come una straordinaria risorsa che andrebbe esaltata e valorizzata, soprattutto se si ripongono nel turismo le proprie ambizioni di crescita.

 

Secondo l’International shark attack file, l’organizzazione statunitense che censisce gli attacchi degli squali nel mondo, negli ultimi 200 anni in Italia si sono registrati soltanto 13 aggressioni, quasi tutte nei mari ligure e toscano. L’ultimo incidente mortale risale al 1989, quando a Piombino un sub fu ucciso da uno squalo bianco di 6 metri. Non certo una verdesca che si nutre di pesce azzurro e che, di certo, popola anche il mare dello Stretto, nonostante l’indignazione di Falcomatà.

Enrico De Girolamo


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