Un colosso della ristorazione.  Pecco, la Piazza etica Calabria contadina. L’area bar ristorazione al piano terra della Cittadella. Quella inaugurata in pompa magna lo scorso aprile. Dietro Pecco, ci sono la Ristorart e Nicola Capogreco che – secondo l’interdittiva antimafia spiccata dalla Prefettura di Prato – avrebbe assolto al ruolo di prestanome degli Arena-Nicoscia nella gestione dei servizi mensa al Cara di Isola Capo Rizzuto. A gettare un’ombra sulla Ristorart e Capogreco sono le intercettazioni agli atti dell’inchiesta Jonny, coordinata dalla Procura antimafia guidata da Nicola Gratteri, quella che ha portato all’arresto del ras della Misericordia Leonardo Sacco e del parroco don Edoardio Scordio, quella culminata con una maxioperazione antimafia che ha svelato i business della ‘ndrangheta sulla pelle dei migranti.

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Nicola Capogreco e la Ristorart – estranei a qualsiasi contestazione di reato formulata dalla Dda di Catanzaro - ribadiscono la linearità della propria condotta e si dicono certi di poter dimostrare la propria estraneità ad ambienti mafiosi. Al momento, però, restano l’interdittiva e le intercettazioni dell’inchiesta Jonny, quindi i rapporti con personaggi in odor di mafia ed in particolare con i fratelli Poerio, alla cui azienda, la Quadrifoglio srl – poi finita sotto sequestro – avevano subappaltato ampia parte del servizio mensa al Cara di Isola. La Ristorart – contesta l’Utg di Prato – è stata utilizzata come mero “schermo sociale” al solo fine mascherare la presenza della Quadrifoglio srl nell’affare del Cara.

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