Non ce la fanno più gli abitanti di San Pietro Lametino frazione di Lamezia Terme. Da quando due blocchi di case Aterp sono stati abitati da famiglie di etnia rom durante un tentativo maldestro di sgomberare il campo rom di Scordovillo, da un ridente paesino di provincia San Pietro si è trasformato in un inferno.

 

Negli alloggi popolari sono stati inseriti alcuni tra i nuclei con la fedina penale più pesante dell’intero campo e questi ben presto hanno spostato lì le loro attività delinquenziali. Gli italiani sono stati costretti ad andare via e le famiglie rom si sono moltiplicate. Arrivati al limite i cittadini si sono costituiti nel comitato San Pietro Lametino Sicura e chiedono risposte a partire da un censimento degli immobili diventati tra l’altro chiaramente inagibili.

 

L’area Aterp sembra infatti essere terra di nessuno. Qui negli scantinati le fogne scorrono mentre altre sono state veicolate in strada. La notte i furti sono continui. C’è anche chi si è stancato di denunciare. E non vengono rubati solo mobili ma anche tagliati alberi di ulivo secolari per farne legna. Le forze dell’ordine, ci spiegano, sono diventate più presenti da quando il comitato si è fatto sentire ma in generale il paese è fuori da ogni regola. Anche la spazzatura non viene regolarmente raccolta e sono gli stessi cittadini ad autotassarsi per permettere la pulizia delle strade. «Lo Stato ci ha tolto la dignità», sbotta una cittadina, «pagare le tasse a questo punto è un’estorsione», la segue un altro.