Ragioni personali. Aveva motivato così le dimissioni dall'incarico di subcommissario per l'attuazione del piano di rientro sanitario in Calabria. Ad annunciare l'addio di Thomas Schael ci aveva pensato lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo, che l'aveva nominato insieme al commissario Saverio Cotticielli. Era il 1° luglio. Da allora nessuna dichiarazione eclatante in merito alla rinuncia. Ipotesi, voci di corridoio ma nulla di ufficiale. Fino ad oggi. Dopo poco più di una settimana, e dopo la nomina (rifiutata) alla guida dell'Ats sarda, Schael torna sulla scena calabrese con un tweet di fuoco.

«Ospedali al collasso»

L'ex subcommissario non le manda a dire e traccia con poche frasi un'analisi lineare sulle responsabilità e sulle difficoltà con cui la sanità calabrese è costretta a fare i conti quotidianamente: «Il lato oscuro del Decreto Calabria: ospedali in tilt e lavoratori a rischio», scrive sul noto canale social aggiungendo: «A tre mesi dall'approvazione del Decreto - aggiunge Schael - ospedali in Calabria al collasso». Parole che appaiono come  una sonora bocciatura della strategia del Governo e anche dell'azione messa in campo dal suo ex capo, Cotticelli. «Licenziati tutti i commissari con il rischio che in piena estate manchino farmaci e medici», conclude il manager. Una posizione decisamente polemica che stride con l’ottimismo espresso dal ministro Grillo in occasione della conversione in legge del decreto: «È un giorno bellissimo per la sanità italiana - disse -.  Riportiamo il diritto alla salute in Calabria». E mentre i vertici delle Asp calabresi continuano a declinare gli incarichi, la “fuga” verso altri lidi di Thomas Schael assume altri significati.

 

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