La recente abrogazione del reato di abuso d’ufficio ha i propri effetti anche sul maxiprocesso Maestrale-Carthago. Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia ha infatti emesso oggi sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato” nei confronti del dottore Cesare Pasqua, all’epoca direttore del reparto medicina del lavoro dell’Asp di Vibo. L’ufficio di Procura – Dda di Catanzaro – dinanzi alla richiesta dei difensori dell’imputato non ha potuto far altro che prendere atto dell’abrogazione del reato di abuso d’ufficio (disegno di legge Nordio): ciò che ieri era penalmente rilevante, oggi non lo è più. La contestazione mossa a Pasqua riguardava l’assunzione della nuora – Serena Velocci (non indagata) – nel reparto di medicina del lavoro dell’Asp di Vibo Valentia. Una vicenda che aveva destato clamore nazionale dopo il caso sollevato da un servizio della trasmissione “Le Iene” su Italia 1.

Secondo l’accusa, Cesare Pasqua «in spregio alle regole di condotta espressamente previste dalla disciplina di settore, nonché omettendo Cesare Pasqua di astenersi in presenza di un interesse diretto della propria nuora, avrebbe simulato e poi dissimulato la sussistenza di un interesse pubblico al reclutamento di un’unità di lavoro presso il reparto di medicina del lavoro». Cesare Pasqua, secondo la Dda, avrebbe fatto partecipare ad un bando dell’Asp di Vibo la nuora la quale, tuttavia – ad avviso della Procura – non avrebbe allegato alcuna specifica referenza utile all’attribuzione di punteggi aggiuntivi in ottemperanza ai criteri di cui all’accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici specialisti. Cesare Pasqua avrebbe quindi bandito nuovamente, in data 16 giugno 2014, quale presidente del Comitato consultivo zonale, un nuovo avviso per 10 ore a tempo determinato presso l’unità operativa di medicina del lavoro, al quale, questa volta, oltre alla nuora, partecipava solo un altro candidato, superato in graduatoria dalla Velocci riuscendo, così, in data 23 settembre 2014, ad affidare a quest’ultima l’incarico oggetto del bando.

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L’aggravante mafiosa contestata a Pasqua veniva motivata dal fatto che con tale assunzione della nuora avrebbe rafforzato un sodalizio ‘ndranghetistico all’interno dell’Asp di Vibo Valentia «in vista del proprio pensionamento, collocando un soggetto di propria fiducia attraverso il quale poter assicurare ai referenti della criminalità organizzata le medesime utilità dallo stesso garantite sino a quel momento».

Fondamentale sul punto, secondo la Procura distrettuale guidata all’epoca dal procuratore Nicola Gratteri, un’intercettazione in cui Gregorio Coscarella di San Gregorio d’Ippona –imputato nell’operazione Maestrale per associazione mafiosa (è nipote del defunto boss Rosario Fiarè) – dichiarava all’interlocutore Domenico Colloca di Mileto (pure imputato): “Va bene … è sempre buono eh!! anche se lui va in pensione settimana prossima…. non sempre lui…. la nuora c’è! Colloca: ah. . . ha messo la nuora al posto suo? Coscarella: eh. Colloca: e allora…. Coscarella: per questo è sempre buono! ”. Cesare Pasqua - ex dirigente dell’Asp di Vibo e poi direttore della clinica Villa S. Anna di Catanzaro) – rimane quindi imputato nel processo Maestrale-Carthago con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso e minaccia aggravata dal metodo mafioso.