Reggio Calabria - Riprende oggi il processo all'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola nell'ambito del cosidetto "Affaire Matacena. E intanto l'ex parlamentare di Forza Italia, ancora latitante, continua ad attaccare la magistratura parlando di pressioni esercitate da un magistrato sui colleghi che lo avrebbero giudicato. Nel maggio scorso, il nome dell'ex parlamentare è tornato sulle pagine di cronaca per l'indagine "Breakfast", condotta dalla Dia di Reggio Calabria, che ha portato all'arresto dell'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola per procurata inosservanza di pena e della stessa moglie di Matacena, Chiara Rizzo.

"Mi e' stato riferito – ha sottolineato Matacena - che il giorno in cui la Cassazione ha annullato la mia sentenza d'assoluzione nella stanza del presidente della sezione che di lì a poco avrebbe annullato la sentenza era presente un noto magistrato sul quale avevo svolto la mia attività ispettiva parlamentare sulla quale lo stesso mi aveva denunciato 12 volte per diffamazione a mezzo stampa e per tutte dette denunce ero stato assolto o dichiarato insindacabile dalla Camera dei Deputati. Il secondo fatto – ha asserito ancora l'ex armatore - riferitomi evidenzia che il giudice del riesame che mi ha condannato, che guarda caso ha sostituito il precedente assegnato, avrebbe cenato molto spesso al Circolo del tennis di Reggio Calabria, con lo stesso magistrato di cui ho riferito prima e del quale condivide le stesse idee politiche che sono opposte alle mie ovviamente, prima di emettere la sentenza di condanna senza fare alcun approfondimento come richiesto dalla sentenza della Cassazione. Queste sono le due cose più  importanti, ma non le uniche che vorrei potessero trovare chiarezza o smentita con opportune indagini".