È scaduta nei giorni scorsi l’ennesima proroga dell’ente più commissariato dalla Regione: Calabria Verde. La società in house va avanti da sei anni in regime di commissariamento, da quando l’ex presidente della Regione, Mario Oliverio, aveva deciso di adottare l’istituto nominando al vertice il generale dei carabinieri Aloisio Mariggiò. Si era nel marzo del 2016 e nel frattempo al decimo piano della Cittadella si sono avvicendati ben tre governatori ma ai vertici dell’ente non si sono mai insediati organi stabili.

Incarico pro tempore

E anche la storia più recente dell’ente strumentale porta con sé i segni visibili dell’instabilità organizzativa. Nella delibera di giunta vergata nel novembre del 2020 – con cui si individua successore di Aloisio Mariggiò, Giuseppe Oliva – si fa espresso riferimento ad una nomina pro tempore, ovvero per «il tempo necessario ad espletare le procedure ad evidenza pubblica per la selezione e la nomina del nuovo direttore generale dell'ente». Un mandato non superiore ad un anno, eventualmente prorogabile di ulteriore sei mesi. Ed è così che nei fatti è andata.

Di proroga in proroga

A dicembre 2021 arriva puntuale la seconda proroga di sei mesi accompagnata dalla medesima formula: «Per il tempo necessario all’espletamento delle procedure di evidenza pubblica per la selezione e la nomina del nuovo direttore dell’azienda. La proroga dell’incarico del commissario non potrà essere superiore a sei mesi». Ed è, appunto, nei giorni scorsi che si è arrivati alla scadenza della seconda proroga del mandato commissariale ma senza apparenti benefici connessi all’uso dell’istituto del commissariamento.

Senza bilancio

L’ente strumentale della Regione con competenze sulla forestazione da almeno tre anni non approva il bilancio. Ma da molti anni prima non si vede più approvare la rendicontazione sui progetti eseguiti. Un caso su tutti è rappresentato dal buco di 80 milioni di euro non rendicontati e di cui il dipartimento Lavori Pubblici ha chiesto la restituzione. L’episodio risale al 2016 quando la giunta aveva assegnato a Calabria Verde fondi a valere sul Por Fesr 2007/2013 a titolo d’anticipazione.

Il buco milionario

Tuttavia, le attività non furono rendicontate nei tempi previsti e già l’anno successivo il dipartimento Programmazione le stralciò dal quadro di attuazione e quello Lavori Pubblici ne chiese la restituzione. «Tuttavia, a distanza di quattro anni solo la somma di 10.435.959 è stata restituita» annota la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti nell’ultimo giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Calabria.