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Rischiano di creare più di qualche “mal di pancia” a diversi “colletti bianchi” del Vibonese le dichiarazioni di Andrea Mantella sul ricevimento da parte del costruttore Franco Barba (oggi arrestato e ancora piantonato in ospedale per via di un malore) di due villette in cambio dell’omicidio a Porto Salvo di Mario Franzoni, ucciso il 21 agosto del 2002 poiché avrebbe osato picchiare i figli dello stesso Barba.
Mantella e le “bustarelle” ai vigili. Il gip nel ricostruire la vicenda e le dichiarazioni del collaboratore di giustizia mette nero su bianco diverse circostanze. Innanzitutto il fatto che le villette sono tuttora esistenti e si trovano in località “Cervo” di Vibo Valentia. Le stesse si trovano ancora allo stato rustico in quanto hanno subito due sequestri, uno dei quali da parte dei vigili urbani, poiché Franco Barba le aveva realizzate abusivamente. Con riferimento all’operato dei vigili urbani, Andrea Mantella dichiarava che alcuni erano “loro amici nel senso che erano contigui alla consorteria criminale di appartenenza di Mantella e prendevano la “bustarella” facendo finta, in cambio, di non vedere le illegalità da costoro perpetrate.
A tal proposito, con riguardo a tali villette – scrive il gip – il collaboratore Andrea Mantella precisava che gli stessi, intervenuti una prima volta sul cantiere, avevano fatto risultare di non aver trovato nessuno, anticipandogli che sarebbero intervenuti successivamente, in quanto “costretti” a farlo, quando il tetto fosse stato completato ed il rustico realizzato, mettendolo così nella condizione di poter beneficiare del condono che era ormai annunciato come prossimo”. In seguito, secondo quanto riporta il gip nell’ordinanza dell’operazione antimafia “Outset”, i vigili urbani di Vibo Valentia sarebbero “effettivamente intervenuti nelle forme e con i tempi preannunciati, tanto che Mantella provvide al versamento di 18mila euro a nome di Cullia Tiziana, quest’ultima ex convivente di Scrugli Francesco, quale prima tranche dell’importo necessario a condonare la costruzione abusiva.
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L’acquisto del terreno ed i vigili intervenuti. Secondo quanto riporta il gip sulla scorta delle dichiarazioni del pentito, Andrea Mantella, il terreno dove erano sorte le costruzioni era stato acquistato al prezzo di 28 milioni di vecchie lire da Rocco Nicola Manco, genero di Carmelo Lo Bianco detto Piccinni. Manco e lo zio Filippo Catania avevano acquistato tale terreno – spiega il magistrato – quale contropartita di un prestito usurario da tale Lo Bianco Gregorio, di mestiere fabbro, “che abita dietro la chiesa del Carmine”, e che l’acquisto era stato formalizzato con atto notarile da Manco Rocco Nicola il quale all’epoca era “pulito”, mentre Filippo Catania non poteva intestarsi il bene”.
Giuseppe Baglivo
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