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Edyta ed Evelina, entrambe straniere, entrambe di origini polacche. Entrambe entrate in alcune delle famiglie d'élite della 'ndrangheta. Edyta nel clan Bruni, già moglie del boss cosentino Michele alias "Bella Bella". Evelina nel clan Mancuso di Limbadi e Nicotera, già sposata con Domenico, fratello del superdetenuto al carcere duro Pantaleone detto "Scarpuni". Donne, straniere, fuggite dalle cosche. La prima oggi collaboratrice, l'altra testimone di giustizia. In regime di protezione, con le loro dichiarazioni aiutano la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e gli organismi di polizia giudiziaria a far luce nei meandri ancora inesplorati dei due grandi casati mafiosi, entrambi già fiaccati dai maxiblitz condotti da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza negli ultimi anni. Edyta, ad esempio, come rivela il Quotidiano del Sud richiamando un verbale agli atti dell'inchiesta "Telesis", ha perfino parlato del progetto del clan Bruni di avviare in Calabria il business dei forni crematori. Evelina, invece, ha dato la stura al blitz che ha consentito alla Squadra mobile di Catanzaro di recuperare una sorta di libro mastro sul quale risultano i nomi di diversi imprenditori. Le indagini chiariranno se vittime o contigui al clan.