Il finanziere infedele arrestato ottenne anche il trasferimento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri grazie a note di polizia giudiziaria favorevoli agli imprenditori. Ad interessarsi del caso l'ex parlamentare Ferdinando Aiello (non indagato) - ASCOLTA L'AUDIO
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Grazie al meccanismo della cessione delle quote societarie a una prestanome - la propria dipendente Rosa Cavaliere - gli imprenditori Sgromo avrebbero avuto accesso anche a un fondo di garanzia di Invitalia del valore di un milione e mezzo nonostante le società fossero state colpite da interdittive antimafia.
Misure di sostegno Covid
È ciò che emerge dalla carte dell'inchiesta Brooklyn messa a segno dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Dda di Catanzaro. In particolare, ai fratelli Eugenio e Sebastiano Sgromo oltre che alla dipendente Rosa Cavaliere viene contestata una ipotesi di truffa aggravata ai danni di Invitalia per l'accesso al fondo speciale di garanzia connesso alle misure di sostegno alle famiglie e alle imprese in difficoltà a causa dell'emergenza epidemiologica.
Interdittiva antimafia
«Ebbene non vi è dubbio - annota il Gip Paola Ciriaco - che gli indagati abbiano posto in essere una condotta tale da occultare la reale compagine societaria in realtà riconducibile agli Sgromo al fine di ottenere un profitto che altrimenti non avrebbero conseguito. Infatti, gli indagati ottenevano il profitto consistente nell'ammissione della Tank al fondo di garanzia, per il 90% dell'importo del mutuo richiesto a Banca Progetto che non avrebbero parimenti ottenuto essendo le società degli Sgromo colpite da interdittiva antimafia».
La talpa in Procura
Ma i due imprenditori lametini avrebbero avuto a disposizione anche informazioni di prima mano grazie al finanziere infedele, Michele Marinaro. A quest'ultimo in concorso con Eugenio Sgromo oggi la Procura contesta una ipotesi corruzione in atti giudiziari. L'ufficiale di pg in servizio dapprima alla Dia sarebbe infatti stato successivamente trasferito alla Presidenza del Consiglio dei Ministri grazie alla redazione di una nota di polizia giudiziaria favorevole agli Sgromo. Il trasferimento poi sarebbe avvenuto grazie all'interessamento dell'ex parlamentare Ferdinando Aiello (non indagato).
L'accusa di associazione mafiosa ai fratelli Sgromo
Tutto ha inizio nel 2014 quando i fratelli Sgromo vengono iscritti sul registro degli indagati con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso poichè ritenuti imprenditori di riferimento della cosca Giampà. «In questa prima fase delle indagini - annota il gip Paola Ciriaco - si innestano i primi contatti telefonici tra Eugenio Sgromo e Paolo Pollichieni, giornalista allora direttore del Corriere della Calabria (oggi deceduto ndr) al fine di trovare qualche contatto interno all'autorità giudiziaria». Il contatto viene identificato nella persona di Michele Marinaro.
L'inversione di marcia nelle indagini
«Da questo momento in poi, cioè da quando iniziano i contatti tra Sgromo e Marinaro si assiste ad una vera e propria inversione di marcia delle indagini. In particolare, le successive informative sottoscritte da Marinaro mettono in evidenza il ruolo di vittima dei fratelli Sgromo rispetto agli episodi delittuosi, ottenendo una derubricazione del reato a favoreggiamento». La vicenda vede il suo epilogo con l sentenza del 2019 in cui i due fratelli Sgromo vengono condannati per favoreggiamento aggravato.
Il finanziere infedele l'uomo di riferimento dei fratelli Sgromo
«Non v'è dubbio pertanto che Michele Marinaro sia l'uomo all'interno della Procura che è in grado non solo di dare notizie riservate agli Sgromo bensì anche di agire in modo attivo per la risoluzione della vicenda. Emerge altresì nel medesimo periodo la frequentazione di Eugenio Sgromo con tale "Ferd" da individuarsi in Ferdinando Aiello. Emergerà poi in virtù dei messaggi captati successivamente come l'onorevole Aiello sia sia interessato per risolvere una questione che interessa il Marinaro, e cioè il suo trasferimento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, da considerarsi quale principale utilità ottenuta in cambio degli atti compiuti in favore degli Sgromo».