L'ex consigliere regionale Claudio Parente risponde anche del reato di peculato per aver impiegato fondi regionali a fini personali. In particolare, assumendo persone «senza selezione e privi di curricula» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Sarebbero costati 37mila euro i voti favorevoli dei due consiglieri comunali di Catanzaro Francesco Gironda e Giuseppe Pisano, entrambi eletti componenti della civica assise del capoluogo sotto i vessilli di Officine del sud, movimento politico riconducibile a Claudio Parente. Tutti e tre oggi risultano indagati dalla Procura di Catanzaro con l'accusa di corruzione. Claudio Parente risponde anche dell'accusa di peculato per aver impiegato fondi regionali a fini personali.
Il patto corruttivo
E il patto corruttivo si sarebbe consumato sull'asse Consiglio comunale-Consiglio Regionale. È il 13 settembre del 2018 quando il Consiglio comunale di Catanzaro viene convocato d'urgenza, all'ordine del giorno l'approvazione di una delibera con la quale il Comune concede terreni di sua proprietà nel quartiere Corvo all'associazione interregionale Vivere Insieme finalizzati alla realizzazione di una serie di interventi di riqualificazione. Il sodalizio direttamente riconducibile all'ex consigliere regionale, Claudio Parente, risulta infatti compartecipe di un finanziamento statale che il Comune avrebbe voluto impiegare per riqualificare le periferie a sud del capoluogo.
I due incarichi
L'approvazione d'urgenza della delibera è però preceduta da almeno altri due atti. Il 30 luglio 2018 Claudio Parente quale presidente del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale propone due assunzione per la sua struttura. L'1 agosto gli atti vengono perfezionati con una determinazione che affida un incarico di collaboratore esperto al 50% alla compagna di Giuseppe Pisano e un altro di responsabile amministrativo al 50% al fratello di Francesco Gironda. In tale scambio è riassunto, secondo gli inquirenti, lo scambio corruttivo.
Attività mai svolte
La Guardia di Finanza di Catanzaro ha passato al setaccio l'intero arco temporale durante il quale entrambi hanno svolto attività a supporto dell'ex consigliere regionale. Dal luglio del 2018 a febbraio 2020 il fratello di Francesco Gironda ha agganciato 16 volte celle nel comune di Reggio Calabria e altrettante risultano essere le conversazioni tra quest'ultimo e Claudio Parente. Gli inquirenti ne desumono una «inesistenza di prestazioni svolte». La stessa attività viene svolta dalle fiamme gialle nei confronti della compagna di Giuseppe Pisano, la quale addirittura non risulta aver intrattenuto alcuna conversazione telefonica con Claudio Parente per l'intero arco temporale.
Il prezzo della corruzione
«Tale dato - annota il Gip del Tribunale di Catanzaro, Filippo Aragona - risulta deporre nel senso di una strumentalità del conferimento d'incarico ad uno scopo diverso da quello dichiarato. In altre parole non è che il prezzo della corruzione per il voto favorevole espresso in Consiglio comunale da Francesco Gironda e Giuseppe Pisano». In tal senso il Tribunale di Catanzaro ha disposto il sequestro preventivo nei confronti di Claudio Parente del valore di 37mila euro precisando come i fondi regionali siano stati impiegati: «Per remunerare i due incarichi conferiti a soggetti scelti senza alcuna selezione e privi di curricula adatti per le attività da svolgere». E ancora, il denaro pubblico sarebbe stato utilizzato da Claudio Parente «per soddisfare interessi privati».