Accuse pesanti quelle mosse contro Maurizio Caligiuri, responsabile dell'associazione Arte di Parte che risponde anche di truffa aggravata ai danni dello Stato per un progetto finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e «mai realizzato»
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Per il gip del Tribunale di Catanzaro, Paola Ciriaco, quello messo in piedi da Maurizio Caligiuri era «un collaudato sistema». Il presidente dell’associazione Arte di Parte «su semplice richiesta di taluni difensori e familiari dei detenuti» avrebbe predisposto «istanze ad hoc attestando lo svolgimento di attività e servizi inesistenti e ciò al fine evidente di consentire agli indagati e agli imputati di sottrarsi alla integrale esecuzione della misura cautelare».
La lista di coloro i quali avrebbero usufruito delle false attestazioni è piuttosto lunga e si tratta nella totalità dei casi di appartenenti alla comunità rom catanzarese, beneficiari di misure alternative quali la messa in prova o l’affidamento in prova durante le quali avrebbero dovuto svolgere lavori di pubblica utilità. Con queste accuse Maurizio Caligiuri è ieri finito agli arresti domiciliari.
Le attività d’indagine - svolte dalla compagnia dei carabinieri di Catanzaro - hanno avuto inizio nell’aprile del 2016 su richiesta dell’Ufficio di Sorveglianza. Un detenuto agli arresti domiciliari aveva chiesto l’autorizzazione ad estendere la possibilità di allontanarsi dal domicilio anche durante le ore pomeridiane per prestare attività lavorative nelle sedi dell’associazione Arte di Parte. In teoria, si sarebbero dovute svolgere in un’azienda agricola di Soveria Simeri che però risultava inesistente.
A partire da questa scoperta gli investigatori attestano che «non era stata trovata alcuna prova della pulizia delle piazze e dei giardini; non veniva coltivato nulla da alcuna azienda agricola di Soveria Simeri e lo stesso dicasi per il segretariato-mediatore rom in via della Chiesa. Allo stesso modo anche le attività asseritamene svolte in favore del Comune di Catanzaro sono risultate del tutto inesistenti».
In particolare, è emerso come il terreno in cui si sarebbe dovuta svolgere la produzione di ortaggi con sistema biologico con la collaborazione dei volontari detenuti in realtà non si trovava a Soveria Simeri ma a Simeri Crichi in località Colameo «concesso gratuitamente dal suocero di Caligiuri e che viene utilizzato per il pascolo».
Sono 32 le persone sottoposte a misura cautelare che grazie alle istanze presentate da Maurizio Caligiuri avrebbero ottenuto l’autorizzazione a svolgere attività di pubblica utilità. «È pertanto evidente come Caligiuri – conclude il gip – abbia proposto lo svolgimento di lavoro volontario ad una serie di detenuti di etnia rom, avente ad oggetto attività in realtà risultate inesistenti sia sotto il profilo della dichiarazione di disponibilità sia sotto il profilo della falsa attestazione relativa all’espletamento delle attività. In tal modo – conclude il gip - avrebbe consentito a condannati con pena definitiva di sottrarsi all’esecuzione della pena».
Inoltre, l’associazione Arte di Parte è risultata destinataria di un finanziamento erogato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri del valore di 130mila euro. L’importo era destinato all’avvio di un progetto “Rete territoriale Scholé – Progetto per la realizzazione di opportunità scolastiche per l’inclusione sociale di giovani delle comunità rom catanzarese”. Secondo la ricostruzione degli investigatori il finanziamento sarebbe stato erogato in tre tranche: marzo 2016, dicembre 2017 e marzo 2019.
«Ebbene a seguito degli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria è emerso come il progetto in questione – scrive il gip nell’ordinanza - non abbia mai avuto esecuzione con la conseguenza che i finanziamenti devono considerarsi indebitamente percepiti». Arte di Parte risulta infatti capofila di una associazione temporanea di impresa costituita dall’associazione “Natura e Dintorni”, dall’associazione “Multicolore”, dall’associazione “Rom per l’integrazione” e dall’associazione “Venezia Società cooperativa”.
Tuttavia, «i presidenti delle associazioni pur riconoscendo la propria sottoscrizione in calce ai verbali di richiesta di finanziamento non ricordano di aver mai preso parte al progetto in questione, non avendovi mai partecipato. In particolare, il presidente della pseudo associazione di volontariato “Rom per l’integrazione” di professione imbianchino saltuario ha dichiarato che nell’anno 2015 aderendo alle richieste di Maurizio Caligiuri fu nominato presidente dell’associazione di cui non conosce le finalità. Fidandosi di Caligiuri sottoscriveva dei documenti senza leggerne il contenuto e ricevendo come compenso unicamente la somma di 50 euro».
Tutti gli indagati:
- Cosimo Berlingiere
- Damiano Berlingiere
- Gianluca Berlingieri
- Luciano Berlingieri
- Marcello Berlingieri
- Massimo Brelingieri
- Alessandro Bevilacqua
- Cosimo Bevilacqua
- Fiore Bevilacqua
- Francosimone Bevilacqua
- Marco Bevilacqua
- Massimo Bevilacqua
- Massimo Bevilacqua
- Maurizio Caligiuri
- Raffaele Caligiuri
- Alessandro Critelli
- Antonio Garcea
- Maria Teresa Gariano
- Nicola Manetta
- Cosimo Passalacqua
- Daniele Passalacqua
- Donato Passalacqua
- Francesco Kevin Passalacqua
- Giovanni Passalacqua
- Giovanni Passalacqua
- Marco Passalacqua
- Romina Passalacqua
- Gianluca Pirroncello
- Francesca Taverna
- Theodoros Theodoropoulos
- Cosimo Pereloque Vecceloque
- Carlo Verni
- Daniela Voci