Il noto giornalista non è più alla guida delle produzioni cinematografiche e televisive calabresi. «Era stata Jole Santelli a pregarmi di venire qui. Ma andare via non è un grande dolore, ho altro da fare»
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La notizia alle orecchie – anzi, agli occhi – di Giovanni Minoli è arrivata direttamente dal web: la sua esperienza alla guida della Calabria Film Commission finisce con la scadenza del suo incarico di commissario. Una notizia che «non so da dove arrivi, visto che io non ho mai parlato con Roberto Occhiuto», precisa.
La storia tra la Calabria e Minoli era iniziata circa un anno e mezzo fa con la chiamata dell’allora presidente della Regione Jole Santelli. A ottobre il presidente facente funzioni Nino Spirlì aveva pubblicato un avviso per la ricerca del nuovo presidente a cui però non è seguita alcuna nomina, avviso che nel frattempo è scaduto. E scaduta è anche, a fine dicembre, la proroga dell’incarico commissariale senza che nessuno si sia però premurato di contattare Minoli nemmeno per un saluto.
«Nessuno doveva comunicarmi niente, era un incarico commissariale che è scaduto e finisce qui. Certo, l’educazione avrebbe voluto che qualcuno mi chiamasse», afferma Minoli amareggiato forse più per il trattamento ricevuto dal presidente della Regione che per non essersi visto affidare l’incarico. «Mi aspettavo che in questi mesi Occhiuto mi facesse almeno una telefonata per parlare di cosa stavamo facendo. E di cose ne abbiamo fatte: abbiamo scritto la bibbia della lunga serialità, realizzato i sei episodi della docufiction “Donne di Calabria”, stavamo lavorando agli studios di Lamezia. Abbiamo fatto cose che in Calabria non erano mai state fatte».
“Donne di Calabria”, presentata in anteprima a Roma, andrà in onda sulla Rai in primavera. In sospeso, adesso, rimane il progetto della lunga serialità, per il quale era stata già redatta una prima “bibbia” di personaggi a cui sarebbe seguita la fase di sceneggiatura vera e propria, e quello della cittadella del cinema di Lamezia con la realizzazione anche di una vasca per le riprese subacquee, oltre ad altre produzioni. Dispiaciuto, Minoli, lo è. «Mi dispiace perché ero stato vivamente pregato da Jole Santelli di venire qui in Calabria a realizzare questi progetti, a titolo gratuito tra l’altro». Idee che, adesso, non si sa che fine faranno. «Questo non dovete chiederlo a me», afferma il giornalista.
Certo, restano da capire i motivi di questa decisione di non continuare il cammino intrapreso dalla Santelli proprio da parte di chi, già in campagna elettorale, a più riprese aveva dichiarato di voler proseguire nel solco da lei tracciato. «Non è che sia un grande dolore per me», commenta infine, caustico, Minoli. «Ho tante cose da fare fuori dalla Calabria, tanti progetti in corso. Un lavoro ce l’ho».