Un vero e proprio oliato e carburato sistema di truffe ai danni di persone anziane. È quanto messo in atto da due messinesi a Lamezia Terme la scorsa estate, nel mese di luglio.

 

A venirne a capo gli uomini del commissariato di Lamezia Terme, guidati dal dirigente Alessandro Tocco che, a seguito delle denunce presentate dalle vittime, hanno messo in moto le indagini avvalendosi anche delle registrazioni di sistemi di videosorveglianza e del personale della Scientifica. Due i truffatori, G.F. di 39 e V.V. di 64.

 


Nel primo caso, il due luglio scorso i due malviventi hanno preso di mira una donna di ottanta anni che era alla fermata dell’autobus. Uno dei due, il più giovane, si è avvicinato facendole credere di non conoscere la strada per recarsi all’ospedale cittadino dove avrebbe dovuto portare delle medicine al padre ammalato.

 

L’uomo avrebbe raccontato all’anziana di essere figlio unico di una facoltosa famiglia, di essere in possesso di 124 mila euro che voleva dare in beneficenza all’ospedale.

 

Poi G.F. avrebbe convinto l’anziana a salire sull’automobile giunta nel frattempo con a bordo il complice, chiedendole di indicarle il percorso. L’inganno è proseguito con la promessa che per ringraziare la donna della sua disponibilità, le avrebbe donato in regalo la somma di 24 mila euro.

 


La malcapitata, circuita dalla prospettiva e dai modi gentili ed educati dei due uomini, è stata indotta a prelevare dal proprio conto corrente tre mila euro che sarebbero serviti per la pratica di donazione presso un notaio.

 

Dopo la banca, la donna sarebbe stata convinta ad acquistare in un tabaccaio una marca da bollo, ma avrebbe prima consegnato quanto prelevato dalla banca per precauzione e «per evitare rischi di eventuale furto». Appena scesa dalla macchina i due si sono però dileguati.

 


Anche nel secondo episodio il 30 luglio scorso, i due malviventi hanno agito con lo stesso disegno criminoso, in concorso, truffando una donna di 71 anni. In questo caso G.F. si è finto un ricco e facoltoso manager del cioccolato che stava cercando un medico dell’ospedale lametino per una donazione di 50 mila euro in lingotti d’oro.

 

Il suo complice V.V., invece, fingendo di essere un chirurgo straniero, avrebbe asserito di sapere che il medico era deceduto e avendo egli in passato operato al cuore il padre del falso manager lo avrebbe convinto ad effettuare la donazione favore suo e della donna per ricambiarla della disponibilità mostrata.

 


Così convinta e circuita, l’anziana ha prelevato 600 euro dal suo libretto postale e 400 dal bancomat per la pratica di donazione. Il finale è uguale al primo episodio: la donna è stata indotta a scendere dall’auto per acquistare la marca da bollo e a lasciare loro il denaro. Denaro con il quale i due malfattori si sono dileguati.

 


Agli indagati è stato notificato l’avviso emesso dall’Autorità giudiziaria di conclusioni delle indagini preliminari. G.F. e V.V. sono ritenuti responsabili in concorso ed in unione tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi perpetrato, con artifizi e raggiri, con l'aggravante dell’aver approfittato di persone in condizioni di vulnerabilità emotiva.