L'uomo è accusato di aver ucciso il fruttivendolo davanti alla sua bottega. La compagna avrebbe svolto il ruolo di "specchietto". Il 18 novembre la nuova udienza
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Due ergastoli con isolamento diurno. È quanto ha chiesto il pubblico ministero della Procura di Lamezia Terme Marta Agostino nei confronti di Marco Gallo e di sua moglie Federica Guerrise, difesi dall’avvocato Francesco Siclari, accusati dell’omicidio del fruttivendolo di origini rom Francesco Berlingieri, ucciso il 19 gennaio 2017 davanti alla sua bottega di Sambiase nel tardo pomeriggio.
Al termine delle discussioni, Marco Gallo, accusato di essere il killer, ha reso in videoconferenza 40 minuti di dichiarazioni spontanee nelle quali ha respinto le accuse. I familiari della vittima sono rappresentati in giudizio dagli avvocati Pino e Alessandro Zofrea. La prossima udienza è stata fissata per il 18 novembre per le repliche dell’accusa e la lettura della sentenza.
Berlingieri venne ucciso a bruciapelo da un uomo a bordo di una moto che colpì anche il nipote undicenne. Un uomo descritto come lucido e freddo e che, testimoniò la figlia del fruttivendolo, le puntò la pistola intimandole il silenzio. Secondo l’accusa quell’uomo sarebbe Marco Gallo, in carcere con le pesanti accuse di essere il killer anche dell’avvocato penalista Francesco Pagliuso e del dipendente della Ferrovie della Calabria Gregorio Mezzatesta.
Il ruolo della moglie nell’omicidio sarebbe secondo l’accusa quello di “specchietto” dandogli il via libera. Ad essere identificata per prima sarebbe stata l’auto dell’infermiera; tramite questa gli investigatori sarebbero poi arrivati alla moto di Gallo, ritenuta compatibile con quella usata nel delitto.
Importante il puzzle messo su tramite le telecamere di videosorveglianza della zona, in uso a privati, e le celle telefoniche.