Chiude ufficialmente in maniera definitiva oggi il carcere di Lamezia Terme. Una data simbolica, il 14 luglio, che ricorda la presa della Bastiglia del 1789. Una data che il comitato Riapriamo il carcere stenta a mandare giù. Per il movimento questo giorno «rappresenta dal punto di vista simbolico la resa delle Istituzioni Nazionali alla ‘ndrangheta e l’inizio dell’anarchia istituzionale, laddove si depongono le armi e un deterrente quale il carcere e i suoi operatori, in un territorio già classificato ad alta densità mafiosa».
A far calare il sipario sulla casa circondariale San Francesco è stato un decreto del ministero della Giustizia. Un decreto contro cui, ricorda il comitato, l’amministrazione Speranza aveva formulato ricorso. E qui starebbe il nodo. L’amministrazione non lo avrebbe mai depositato al Tar del Lazio, giocandosi così l’opportunità di farlo annullare visto che l’atto era pieno di errori e pareri positivi, poi palesemente accertati come falsi.
Inoltre, la promessa del ministro Orlando di portare gli uffici della Polizia Penitenziaria a Lamezia, ricorda il comitato, sembra essere caduta nel vuoto. «Alla città e ai lametini restano solo un pugno di mosche e l’amara consapevolezza – conclude il movimento - che oggi si chiude un altro pezzo della nostra storia».