Non sono passati nemmeno dieci giorni da quando l’amministrazione comunale aveva annunciato, con tanto di conferenza stampa, l’assunzione di dieci nuove unità di personale, prese tramite scorrimento di graduatoria dai concorsi pubblici tenutisi nel 2010 e nel 2012, che il sindaco si è trovato costretto a revocare i posti di lavoro appena assegnati.


A dare la disposizione il governo, nello specifico il ministero dell’Interno, secondo cui il Comune non avrebbe potuto procedere alle assunzioni in quanto avrebbe dovuto dare la precedenza al personale in mobilità delle Provincie in via di soppressione.


Un fulmine a ciel sereno per i neo assunti che in un tale periodo di crisi si erano visti arrivare, dopo anni dall’espletamento del concorso, un’assunzione a tempo indeterminato in un ente pubblico: roba d’altri tempi.


Ma il Comune non ci sta e spiega  che, a suo modo di vedere, interpretando nel modo corretto le leggi in vigore le assunzioni si potevano assolutamente fare. Ma non solo, da via Perugini spiegano che il Comune insisterà «con il piano di assunzioni chiedendone l’esame da parte della Commissione ministeriale e, nel caso di eventuale esito negativo ricorrerà alla giustizia amministrativa, quindi al Tar». Intanto, l’amministrazione chiede attenzione ai parlamentari calabresi affinché si facciano portatori di uno «specifico emendamento d’interpretazione della norma in questione fino a giungere, ove necessario, a ricorsi alla competente autorità giudiziaria».

Tiziana Bagnato