Sembra un campo lasciato incolto, divorato da sterpaglie, erbacce, ma anche con qualche verdura nata spontaneamente. In pochi sanno che non è un fondo agricolo ma dell’ennesima cattedrale nel deserto: il Parco della Biodiversità di Lamezia Terme.

 

Nel quartiere Savutano, anello di congiunzione tra gli ex comuni di Nicastro e Sambiase, sarebbe dovuta nascere una struttura provinciale. Ad annunciarla con clamore nel 2015 l’allora presidente Enzo Bruno.

 

I lavori iniziarono nel 2016 per poi proseguire a singhiozzo fino ad arrivare ad oggi. Duecento i giorni di lavoro previsti, ad oggi superati abbondantemente.

 

Ma non solo. Il parco confina con Istituto di Istruzione Professionale dei Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale il quale ha ceduto alla Provincia il terreno con l’accordo di poterlo utilizzare per l’alternanza scuola-lavoro e ora si ritrova senza nulla in mano.


Protestano anche i cittadini. Il quartiere è tra i più nuovi della città, a pochi passi dal Comune, dai centri sportivi e dalla quasi terminata concattedrale. Il parco, ci spiegano, sarebbe motivo di lustro e di movimento. Ma in pochi sembrano essere davvero interessati all’argomento.