VIDEO | Non solo chi non ha un lavoro o non riesce ad arrivare a fine mese, la diocesi ha accolto anche chi semplicemente si sente solo ed ha bisogno di conforto. La tradizione quest'anno si rinnova, con un'attenzione in più per le norme anti Covid
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Un Natale particolare quello 2020 che va a suggellare un anno difficile. C’è chi ha perso il lavoro, chi i propri cari, chi ha dovuto rinunciare a progetti e parenti, chi è costretto alla solitudine, chi fatica a mettere insieme il pranzo e la cena. Ma la Caritas diocesana di Lamezia Terme, seppur nel rispetto di dpcm e decreti governativi, non abbandona i più fragili e anche quest’anno ha offerto il pranzo della vigilia di Natale cercando di ricreare un’atmosfera gioiosa e non chiudendo la porta a nessuno.
Pasta e broccoli, melanzane ripiene, verdura, frutta, panettoni e bibite analcoliche il menu del giorno. Rilevazione della temperatura, registrazione dei dati anagrafici e igienizzazione i prerequisiti per accedere alla mensa, tre almeno le turnazioni per il pranzo, distanze di un metro tra i commensali e cena al sacco per chi la richiede ma, soprattutto, sorrisi, seppur dietro le mascherine, per tutti i commensali che non sono pochi.
I numeri, ci spiega don Fabio Stanizzo, recentemente nominato direttore della Caritas diocesana di Lamezia, si aggirano dai 130 ai 170 al giorno. Numeri importanti nei quali sono compresi sia coloro che consumano i pasti nei locali della mensa, sia coloro che portano il pranzo e/o la cena a casa.
C’è chi non ha un lavoro o non riesce ad arrivare a fine mese, ma anche chi è solo, ha un disagio e cerca conforto. Un conforto che nei periodi di festa diventa ancora più importante. Attimi di gioia e gratitudine quelli di oggi che hanno coinvolto anche chi professa religioni diverse da quelle cattolica, perché Natale è innanzitutto condivisione e vicinanza.